La Raggi commissariata da Zingaretti: deve ripulire sette Colli in sette giorni

I grillini anti discarica costretti ad ammassare i rifiuti in un parcheggio

La Raggi commissariata da Zingaretti: deve ripulire sette Colli in sette giorni

Roma Sette colli da pulire in sette giorni. Il diktat è nell'ordinanza di Nicola Zingaretti che commissaria Virginia Raggi e l'Ama, imponendo gli straordinari per riportare la normalità nella capitale inondata dalla monnezza, e offrendo in cambio la solidale messa a disposizione di impianti di raccolta e trattamento rifiuti da parte delle altre città della regione. Che accettano di dare una mano, turandosi il naso, ma mugugnano, visto che, come dice proprio il governatore, il Lazio, senza Roma, non avrebbe emergenze.

Le scudisciate che arrivano dal segretario Pd alla sindaca pentastellata sono brucianti, dall'utilizzo di meno di sei mezzi Ama su dieci alla generale incapacità della Capitale di rendersi autosufficiente dal punto di vista dei rifiuti. E alla Raggi, che con il M5S aveva fatto una bandiera della chiusura delle discariche, non resta che reagire da un lato sui social, proseguendo il ping pong contro il presidente della Regione Lazio, accusato di non aver fatto «nulla» in sette anni e di voler ora imporre la pulizia di Roma in sette giorni. E dall'altro, invece, rimangiandosi la bandiera di cui sopra, anche se «temporaneamente», con una ordinanza con la quale si ordina lo stoccaggio di 300 tonnellate al giorno di immondizia in un'area di proprietà del Campidoglio nei pressi della stazione di Saxa Rubra, non lontano dal quartiere generale Rai, per lo scorno del locale municipio e pure del dipartimento mobilità e trasporti del Campidoglio, che in quello spazio voleva farci un parcheggio. Per ora la nuova discarica ha una data di scadenza, 180 giorni, ma chissà.

Di certo, come detto, la sindaca si è trovata sotto attacco. Dopo aver evocato il solito «complotto», si è vista sorpassata dall'ordinanza concordata tra Regione e ministero dell'Ambiente che ha imposto al Campidoglio di rimettere ordine nel caos di Ama. E soprattutto, dopo la chiusura causa incendio della discarica al Salario, a dicembre scorso, la Raggi e con lei i romani hanno potuto toccare con mano la fragilità delle politiche del Movimento, con una metropoli costretta a chiedere aiuto fuori dai propri confini. Il bello è che nell'ordinanza della Raggi ci si lamenta proprio delle «trasferte» a cui sono costretti i mezzi dell'Ama per trasportare l'immondizia nelle discariche fuori dal comune, «distogliendo risorse al servizio di raccolta dei rifiuti urbani» e condannando, come è sotto gli occhi di tutti, la città ad affondare tra sacchetti, miasmi, topi e scarafaggi.

Ma nella sua replica sui social la Raggi più che ringraziare gli altri comuni sembra rievocare l'ipotesi del complotto: «I camion di Ama - scrive - sono già in viaggio per gli impianti regionali di Rocca Secca, Viterbo, Frosinone, Pomezia, Colleferro, Civitavecchia: spero che possano scaricare la spazzatura e non siano costretti a tornare indietro pieni perché hanno trovato ancora una volta i cancelli chiusi».

Non sarebbe dunque la Raggi a essere commissariata, ma proprio lei, anzi avrebbe «costretto» Zingaretti «a fare questa ordinanza». Intanto già un sito ha chiuso le porte ai rifiuti romani. La sporca estate di Roma non è finita.

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