Roma - «Eppure avevo ragione: sono stata accusata ingiustamente da tanti che ora taceranno o faranno finta di nulla». Virginia Raggi esulta su Facebook per l'archiviazione dell'accusa di abuso d'ufficio per la nomina di Salvatore Romeo a capo della sua segreteria politica. E dimentica che per l'altra accusa, quella relativa alla nomina di Renato Marra, fratello dell'ex braccio destro della sindaca, andrà a processo con giudizio immediato il prossimo 21 giugno.
Tutto un déjà-vu di eventi già accaduti cinque mesi fa. Quando, era la fine di settembre, la procura chiese appunto l'archiviazione per il caso Romeo e il rinvio a giudizio per la vicenda di Marra fratello. Anche allora la Raggi enfatizzò la prima notizia e ignorò del tutto la seconda. E oggi che, come da copione, arriva l'archiviazione del gip, ecco che la prima cittadina a Cinque Stelle concede una replica, stavolta pubblicando anche il decreto del giudice capitolino Annalisa Marzano, e lamentandosi dell'«anno di schizzi di fango», delle «accuse ingiuste», rimarcando come il gip sottolinei «la trasparenza e la bontà del mio operato». Ringrazia pure la magistratura «che ha fatto chiarezza», oltre a strizzare l'occhio ai suoi sostenitori, «tutti voi che avete creduto in me, certi che mi sia sempre comportata correttamente».
Insomma, «andiamo avanti a testa alta», e pazienza se tra quattro mesi esatti comincerà un processo che la vede imputata per falso. La «chiarezza» la fanno i magistrati, lei - comprensibilmente - omette la parte disdicevole della magagna giudiziaria che l'aveva investita, passando l'evidenziatore sulla buona notizia di giornata. Del processo con giudizio immediato, che aveva chiesto e ottenuto lei stessa a gennaio scorso (risparmiandosi l'eventuale accoglimento del rinvio a giudizio da parte del gip che sarebbe potuto piombare proprio in piena campagna elettorale) meglio parlarne il meno possibile. E preoccuparsene, possibilmente, solo dopo aver mandato in archivio la chiamata alle urne degli italiani.
Non sarà il massimo della trasparenza, ma considerando gli inciampi dell'amministrazione capitolina a Cinque Stelle forse era troppo attendersi una presa di posizione ponderata tra la soddisfazione per la storia andata in archivio e la prudenza per quella che la vedrà presto alla sbarra.
Anche perché, nel frattempo, il Movimento nella capitale continua a perdere pezzi. L'ultima testa a cadere è quella della vicepresidente della Commissione cultura del Campidoglio, Gemma Guerrini, che aveva attaccato gli organizzatori del Cinema America, l'arena di piazza San Cosimato finito nel mirino del Campidoglio, che vuole riassegnare quello spazio tramite bando.
La Guerrini aveva attaccato l'associazione definendo l'evento «funzionale alla propaganda» del Pd e parlando di «feticismo» a proposito della «reiterata proiezione di vecchi film». Parole di fronte alle quali anche la Giunta, con la Raggi e il vicesindaco Luca Bergamo in testa, aveva «mollato» la Guerrini, che si è dimessa dopo aver tentato di smentire se stessa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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