Le ramazze di Gassmann usate per nascondere un'amministrazione inetta

di D omenica, Alessandro Gassmann ha proposto, visto il degrado irrimediabile dell'Urbe, la ramazza per tutti, ciascuno a raccogliere la propria immondizia sotto casa con lo stemma #iosonoroma. «Basta lamentarsi», ha scritto. Fin qui poca malizia e molta auto-promozione. Era la simpatica trovata radicalchic di chi ha la colf che gli porta giù tutte le sere la pattumiera. Ma da quel momento l'infausto tweet è diventato una meravigliosa arma renziana di distrazione di massa.

Il direttore dell' Unità , Erasmo D'Angelis, ha titolato in prima pagina: «Ora uno scatto d'orgoglio, una grande prova di senso civico». Ciascun romano pulisca, tutti come bravi studenti cubani alla campagna per il taglio della canna da zucchero, o i ragazzi del komsomol sovietico che accorrono a mungere le renne in Siberia perché il Partito chiama. E per cosa? Salvare il soldato Ignazio Marino. Portarsi via la spazzatura ciascuno per conto suo, per evitare di cacciare da Roma l'immondizia politica. Ecco la trovata favolosa dei compagni per salvare la ghirba al proprio sindaco e soprattutto al suo mandante di Palazzo Chigi. Colpevolizzare i cittadini. Mettergli sulle spalle il dovere delle stakanovistiche virtù civiche per coprire l'inettitudine di amministrazione comunale, governo, partito.

La politica ci ha già portato via tutto; almeno il civismo lasciatelo a noi, non mettetegli il timbro del partito. Questo furto operato dal quotidiano più politicante della storia dopo la Pravda, mi ricorda la nascita delle Banche etiche: hanno già tutto, si mettono in tasca pure l'etica.

Eppure questo sta accadendo sotto i nostri occhi con i giornaloni che elogiano la genialata e ospitano una gara di attori tutti pronti a metterci in mano la scopa, mentre loro probabilmente scopano.

Il civismo come soccorso rosso al sindaco incapace, con il citato sindaco che grato si iscrive anche lui all'elenco dei volonterosi netturbini dilettanti come un boy-scout di se stesso. Questa è l'ultima invenzione dell'ipocrisia «de sinistra».

Che decadenza. L'appello alla bontà come sostituto della severa critica al potere: a questo è ridotto il rottame del Pci che si chiama Pd, con il suo giornale l'Unità , fondato da Gramsci e traslocato nei locali delle Giovani Marmotte. Tutto per puntellare con le menate sentimentali la sua mano morta sulla città eterna.

Càpita a Roma, e questa impudicizia è peggio dell'immondizia per strada con i centurioni rumeni a custodirla. Segnala lo sbando morale più delle sbandate dei macchinisti della metro che non chiudono le portiere per far correre un brivido gratis a turisti e borgatari come alle corse delle bighe.

Sia chiaro. Chiunque ama la propria città e ha rispetto per sé e il prossimo, pratica il senso civico. Non si allude qui a roba eroica alla Jean Valjean, tipo sollevare un carretto fino a spezzarsi la schiena per salvare uno sconosciuto, ma di educazione. Si tratta di non lasciare per strada rottami di bidet e materassi, oppure di non far volare mozziconi di sigaretta sul marciapiede e cartacce unte ai semafori. Ma la questione non è un eccesso di lattine e pochi cestini, ma l'ordinaria amministrazione infame. L'appello ai cittadini è doveroso e guai a chi non risponde se c'è un'alluvione, un cataclisma, se scendono i barbari, come è capitato con i black-bloc a Milano. È una fabbrica di alibi, una mistificazione oscena, se serve a occultare colpe chiare come il sole.

Domande a Gassmann e D'Angelis.

Come si traduce la «grande prova di senso civico», «lo scatto d'orgoglio», nella pratica? Che cosa fai, cittadino romano, di periferia? Ti carichi la pattumiera e dove la porti, in garage? Cerchi una discarica col motorino nel Casertano? Sostituisci i macchinisti della metro? Tappi le buche delle strade con la moquette al posto dei sampietrini? Io direi che sarebbe più utile fare i picchetti ai bar per evitare che gli addetti dell'Ama (l'azienda romana della nettezza urbana) ci passino le mezze giornate, sicuri di essere impuniti, perché i loro capi sono più incapaci di loro. Nella pratica, la grande prova di senso civico, significa salvare le chiappe a Marino e Renzi.

Avanti popolo, il compagno sindaco spala con voi il letamaio. Che pena.

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