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Dal Recovery stop a quota 100. Superbonus, lite nel governo

Dal 2022 stop pensione a 62 anni. E c'è l'ipotesi 102. La proroga limitata dell'ecoincentivo scontenta tutti

Dal Recovery stop a quota 100. Superbonus, lite nel governo

Stop a Quota 100, forte attenzione agli investimenti e polemiche sul superbonus al 100% sulle ristrutturazioni. Così come nella maggioranza di governo anche nella bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) c'è qualche contraddizione. Stamattina il Consiglio dei ministri la esaminerà in via preliminare, poi il passaggio alle Camere e l'ok finale dell'esecutivo. Intanto è arrivato un primo giudizio positivo dalle agenzie di rating: Standard & Poor's ha confermato il giudizio «BBB» con prospettive stabili.

Per quanto riguarda il capitolo previdenziale, nel testo si legge che «la fase transitoria di applicazione di Quota 100 terminerà a fine anno e sarà sostituita da misure mirate a categorie con mansioni logoranti». Dunque, la formula di pensionamento anticipato tanto cara alla Lega (che la impose in via sperimentale per tre anni a partire dal 2019) non sarà prorogata. Da una parte si recuperano circa 8 miliardi di stanziamenti. Dall'altro lato, poiché il Pnrr deve correggere alcuni squilibri evidenziati dalla Commissione Ue, il primo punto all'ordine del giorno non poteva essere che il contenimento della spesa pensionistica. Dall'anno prossimo, perciò, si uscirà dal mondo del lavoro con almeno 67 anni di età e 20 di contribuzione oppure con almeno 42 anni e 10 mesi di versamenti. Fonti del Mef sostengono che si sta ragionando anche sull'opzione «quota 102» (pensionamento con 64 anni di età e 38 di contributi) assieme alla possibilità di prevedere degli sconti contributivi per le categorie più svantaggiate.

Controverso, invece, il capitolo superbonus. La bozza del Pnrr specifica che «si intende estendere la misura del Superbonus 110% dal 2021 al 2023». Gli investimenti consentiranno la ristrutturazione di circa 50mila edifici all'anno, per una superficie totale di 20 milioni di metri quadri annui. La formulazione, tuttavia, è vaga in quanto non solo non esplicita se il 2023 sia da considerarsi tutto intero, ma soprattutto perché la legge di Bilancio 2021 già ne prevede l'estensione a tale data per le case popolari. Il costo della misura è di 10 miliardi e la stesura del decreto ad hoc che la riaggiornerà sarà oggetto di una battaglia i cui prodromi si sono combattuti con lo slittamento del Consiglio dei ministri previsto ieri. La proroga del superbonus fino al 2023 «è una misura irrinunciabile» che deve essere «adeguatamente finanziata», hanno fatto filtrare fonti di Forza Italia dopo una riunione tra il vicepresidente Tajani, i ministri Carfagna e Brunetta e i sottosegretari. Anche Lega e M5s sono molto irritati.

L'enfasi sul capitolo infrastrutture ferroviarie è comunque un dato positivo. La bozza assegna 24,97 miliardi a questo capitolo dei quali 14,8 miliardi all'Alta velocità. Sui 191,5 miliardi complessivi del Pnrr il 60,4% (115 miliardi) sarà destinato a investimenti pubblici, mentre il 18,7% (35,8 miliardi) sono incentivi alle imprese. La spesa per investimenti in costruzioni rappresenta circa un terzo del totale. Il governo, scrive Draghi, «stima che nel 2026, l'anno di conclusione del Piano, il Pil sarà di almeno 3,6% più alto rispetto all'andamento tendenziale e l'occupazione di quasi 3 punti». L'effetto sul 2021 sarà però minimo (+0,5 punti di Pil).

È prevista, inoltre, una riforma fiscale, che affronti anche il tema delle imposte e dei sussidi ambientali», scrive il premier Mario Draghi nella premessa del Pnrr che prelude a un nuovo Codice tributario fondato su un'Irpef più semplice. La laurea, infine, diventa abilitante, senza esame di Stato.

Come detto, S&P ha dato l'ok all'era Draghi. Previsto un +4,7% di Pil quest'anno e un +4,2% nel 2022.

La ripresa dovrebbe concretizzarsi nel secondo semestre con le vaccinazioni, ma se l'Europa fermasse il Recovery, sarebbero dolori.

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