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Referendum: Toti, Maroni e Zaia lanciano il comitato per il No

I governatori di Lombardia, Veneto e Liguria si sono incontrati per formare un comitato istituzionale del no

Roberto Maroni
Roberto Maroni

Vertice tra Roberto Maroni, Luca Zaia e Giovanni Toti. I governatori di Lombardia, Veneto e Liguria si sono riuniti a Milano per dire no alla riforma costituzionale e quindi per invitare i cittadini a votare No al referendum. L'obiettivo è quello di formare un comitato istituzionale del No che raggruppi sindaci e amministratori locali.

Ad aprire l'intervento è stato il padrone di casa Roberto Maroni: "Oggi è una bella giornata per il mondo delle autonomie che rappresentiamo con orgoglio". E ancora: "Il nostro non è un No politico - ha spiegato Maroni - ma una difesa delle autonomie, delle regioni e della democrazia".

I tre governatori di centro-destra hanno firmato un documento. Maroni ha poi aggiunto: "I cittadini che votano a sinistra capiscano che non c'entra la politica. Nonostante il di Confindustria, dobbiamo dire agli imprenditori quanto hanno da perdere, perché se passa il si tutte le politiche regionali a sostegno delle imprese non le potremo più fare".

Roberto Maroni è intervenuto anche su Matteo Renzi: "È sempre in tv, violando la legge sulla par condicio del 2000 e spero che qualcuno lo faccia notare all'Agcom. Diversamente da Renzi noi siamo sempre sul territorio, con la nostra rete potentissima di sindaci e amministratori locali".

L'intervento del veneto Luca Zaia: "Noi non siamo sindacalisti delle regioni, non difendiamo le nostre poltrone, stiamo facendo una battaglia di civiltà. La gestione centralista della scuola assomiglia a una repubblica delle banane. Il nostro modello è quello federalista della Germania, non centralista della Grecia".

Continua il presidente ligure Giovanni Toti: "È una giornata importante anche per la legge di stabilità che ancora una volta toglie agli italiani più deboli. Siamo in un momento complicato. Anticipa ciò che accadrebbe col si al referendum: svuotare le autonomie con un'ipersensibilizzazione. Sarebbe una frana verso il passato, contro quella cultura delle autonomie che si è sviluppata nella seconda repubblica. Questa riforma svuota tutte le istituzioni più vicine ai cittadini".

"Da quando si parla di spending review lo Stato ha risparmiato il 10%, le regioni il 30% e i Comuni il 40%. Il nostro documento contiene proposte per la governabilità ma anche per le autonomie. C'è un ulteriore bugia in questa riforma: se vince il no il paese va allo sbando in mano ai grillini.

Non è vero: c'è un centrodestra che sta crescendo e che è pronto ad assumere la guida del Paese", ha concluso il governatore Toti.

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