Antonio Signorini
Roma Un'occasione insperata per il segretario Pd Matteo Renzi: presentarsi come uomo d'ordine, più del ministro Marco Minniti che rischia di fargli ombra. Quanto il centrodestra, che è avanti nei sondaggi. Con la segreta speranza di fare dimenticare lo Ius soli a un elettorato, anche di sinistra, orientato a votare chi promette sicurezza. La vicenda del G7 di Venaria ha preso un giro favorevole per i democratici, soprattutto grazie alle contraddizioni del Movimento 5 stelle, emerse drammaticamente dopo gli scontri di Torino e continuate anche ieri con messaggi di segno opposto arrivate dai pentastellati di Torino e dal candidato premier Luigi Di Maio.
Renzi ha commentato le immagini dei manichini decapitati dai manifestanti, uno che lo rappresentava e l'altro con le fattezze del ministro Giuliano Poletti. «Non mi fanno impressione le pagliacciate, però in questa vicenda ci sono agenti di polizia, carabinieri, uomini delle nostre forze dell'ordine che vengono feriti sul serio, non a parole».
Poi ci sono «squallidi amministratori comunali che non hanno avuto la forza - o la voglia - di spendere una parola per prendere le distanze da certe formazioni anarchiche o presunte tali, da centri sociali, da persone abituate a vivere di violenza quantomeno verbale». Amministratori, ha aggiunto con toni quasi grillini, «pagati da tutti i cittadini che anziché schierarsi con le forze dell'ordine e con le istituzioni rilanciano le immagini della rivoluzione francese».
L'obiettivo sono proprio gli esponenti dei 5 stelle che non hanno preso le distanze dai manifestanti. Lo stesso sindaco di Venaria, comune che ha ospitato i lavori del G7. Roberto Falcone, esponente grillino, che aveva detto di volere «cercare di capire quali sono le motivazioni» degli autonomi che si sono dati appuntamento in Piemonte per la solita protesta in stile anni Novanta. Salvo poi ringraziare le forze dell'ordine.
Il sindaco di Torino Chiara Appendino, punta di diamante degli amministratori pentastellati, aveva subito solidarizzato con gli agenti feriti, esprimendo «sostegno» «per gli attacchi subiti». Peccato che, poco prima, il suo vice Guido Montanari avesse postato su Facebook un commento favorevole alla manifestazione.
Occasione unica per prendere di mira direttamente Appendino. «Troppo facile - ha infatti attaccato Renzi - prendere le distanze a parole e poi però sfilare con i violenti nei cortei. Ci avevano chiesto di portare il G7 a Torino e poi hanno fatto fare una figuraccia all'anima profonda e solidale di questa città, prima capitale d'Italia. Peccato».
Difficile recuperare per i Cinque stelle torinesi, che infatti ieri hanno deciso di contrattaccare. Per Montanari, consiglieri e assessori che «hanno espresso posizioni critiche o hanno partecipato a cortei sono stati accomunati ai delinquenti che hanno bruciato cassonetti o attaccato le forze dell'ordine. Respingo questa visione che è provocatoria e lontana dalla realtà».
Di Maio, ha invece preso le distanze, dando per buona solo la posizione espressa dalla sindaca di Torino. «Io sto con lei, con la città e con l'amministrazione che si è messa a disposizione per il G7. Le violenze non fanno parte del Dna del MoVimento 5 Stelle ed è bene sottolinearlo.
Soprattutto davanti a Renzi che perde l'occasione di tacere per attaccare l'amministrazione di Torino». Renzi avrebbe potuto, aggiunge il candidato premier M5s, «limitarsi a solidarizzare con gli agenti e le istituzioni». Ma forse questa affermazione, Di Maio l'ha fatta pensando ai suoi.
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