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Renzi riparte da Napoli e snobba i "capetti" del Pd

L'ex premier in visita "segreta" a Scampia, lontano da dirigenti e amministratori locali e costringe tutti a rincorrerlo. La ripartenza nella città che l'ha maggiormente punito al referendum

Renzi riparte da Napoli e snobba i "capetti" del Pd

Lo avevamo lasciato a Pontassieve, immortalato dai fotografi dei settimanali mentre faceva la spesa di Natale al supermercato. È da quando ha perduto la madre di tutte le battaglie, quella del referendum costituzionale, che Renzi non si faceva più vedere. Giusto qualche sussurro, qualche immagine qua e là, qualche annuncio interno di “rivoluzione” e riscossa, spifferi, indiscrezioni e il rimbombo nostalgico di qualche rosicamento. Smaltita la delusione, egli si è manifestato.

L’ex premier è riapparso a Napoli, a Scampia. E non ha voluto capataz con sè in quella che doveva rimanere una visita privata e (semi)segreta e invece è finita su tutti i giornali.

La scelta del tempo e del luogo è stata magistrale. Quasi a voler tastare il terreno sul quale, da qui a quando (e se) si andrà a votare, sarà costretto a muoversi. S’è materializzato nelle straziate periferie di Napoli mentre tutta la città era ferma in salotto, a lucidarsi gli occhi umidi di pianto per il ritorno di Maradona al teatro San Carlo (e a dividersi sull’opportunità di ospitarlo lì). Ha incontrato la società civile e il territorio. Non ha voluto dirigenti, amministratori, capipopolo tra le scatole. Niente capataz, niente incontri politici né pubblici né privati, niente strette di mano nella città e nella regione tra le più critiche alle ragioni del 4 dicembre. Ha costretto tutti a rincorrerlo, dai politici fino alla stampa, dimostrando a chi gli aveva già suonato il Requiem che lui è vivo e non esclude il ritorno. Anzi.

Renzi ha deciso, dopo la visita napoletana, di pubblicare il suo bilancio di giornata in un post di Facebook in cui ha rivendicato di essere arrivato lì in “segreto”, di aver pranzato con Paolo Siani, fratello di Giancarlo – il cronista trucidato dalla camorra negli anni ’80 per un’inchiesta giornalistica – e di aver fatto un giro con un amico sacerdote incontrando il judoka Gianni Maddaloni. “Ho ripensato al coraggio di questa famiglia, nel ricordo del fratello Giancarlo, grande giornalista e giovanissimo martire di camorra. Poi sono andato a Scampia. Ho chiamato il mio amico scout padre Fabrizio Valletti e gli ho chiesto di farmi vedere - senza dirlo a nessuno - il cuore di questo territorio, simbolo di tante realtà disagiate”.

Un ritorno al reale, tra la gente semplice che aveva affollato le primarie Pd per lui, per poi sentirsi tradita dalla sua azione di governo. Renzi scrive ancora: “Il mio Governo ha stanziato molti fondi per le periferie e ha messo a disposizione del Comune di Napoli le cifre necessarie per abbattere le famigerate Vele, ma non bastano i soldi. Occorre un progetto complessivo, perché le persone per ripartire ci sono e ne ho incontrate diverse anche oggi a cominciare dal mio amico Gianni Maddaloni, 'O Maé, che con la sua palestra rappresenta una delle più belle esperienze di riscatto non solo sportivo”.

Intanto, l’ex premier ha raggiunto un grandissimo obiettivo. Costringere tutti a giocare in difesa. Snobbati, De Luca e persino l'arcirivale De Magistris si sono affrettati ad affermare che Renzi “apprezza il loro operato” e che la sua visita è un segno di vicinanza importante. E che il fatto che non li abbia voluti con sé, che non li abbia nemmeno informati della sua presenza sia una quisquilia assolutamente trascurabile.

In realtà, dicono i bene informati, Matteo Renzi parte alla riscossa proprio dove ha perso. Deve recuperare fiduca e consensi al Sud, deve tornare alla realtà dopo i mesi passati tra una riunione di gabinetto e un selfie con Obama. E deve togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Specialmente a Napoli.

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