Un altro libro inguaia Roberto Speranza e Giuseppe Conte e conferma la bontà dell'ipotesi lanciata da Lancet e ripresa dal Giornale: l'Italia fu il cluster d'Europa. L'epidemia dunque sarebbe la conseguenza inevitabile di una deliberata scelta politica dell'esecutivo Pd-Leu-M5s, che convinse i Paesi Ue che non sarebbe mai successo, e invece. Lo rivela il braccio destro di Speranza Walter Ricciardi, che ieri sera era da Fabio Fazio a Che tempo che fa. Nel suo libro Pandemonio Ricciardi parla di una riunione del 23 febbraio 2020, quando Speranza davanti ai suoi colleghi Ue ipotizza il lockdown per il Nord Italia. «Stavamo preparandoci ad adottare le prime misure drastiche - dice Ricciardi, che era presente - ma l'Europa voleva chiudere tutti i confini con il nostro Paese. (...) Ci impegnammo a far capire loro che ce l'avremmo messa tutta per contenere l'epidemia (...), era altamente improbabile che fosse limitata al nostro Paese».
Ecco la prova. Speranza sapeva di dover chiudere il Nord, ma il governo non lo fece fino all'8 marzo. Quanti dei 143mila morti ha causato, nella Bergamasca e nel resto del Paese, questo ritardo? Una sera, sentendo parlare durante una trasmissione l'allora capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il braccio destro di Speranza capì come «il meccanismo decisionale fosse piuttosto scoordinato e approssimativo». Lo scienziato dice che il ministro «ascoltò le perplessità» e il suo consiglio di «invocare i poteri previsti dall'articolo 117 della Costituzione per tutelare la salute in circostanze eccezionali». Eppure il governo continuò a usare, per dirla con le parole di Ricciardi, «un livello decisionale misto che ha prodotto ritardi e conseguenze gravi come la seconda ondata».
Eppure per Ricciardi il lockdown era «una misura di cieca disperazione».I legali del team che tutela le vittime della Bergamasca sarebbero pronti a chiedere ai pm che indagano per epidemia colposa di acquisire il libro. Più che un Pandemonio, una pistola fumante.
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