Per una ricarica telefonica di 20 euro ferisce la madre e tenta di sgozzarsi

Lei è fuori pericolo, le condizioni del 18enne sono disperate

Per una ricarica telefonica di 20 euro ferisce la madre e tenta di sgozzarsi

Forse una ricarica telefonica da 20 euro che la madre gli aveva negato, forse troppe canne e alcolici per sentirsi «grande», forse troppe serate sballate, forse l'insofferenza a iniziare a cercarsi un lavoro, forse l'assenza di un padre: una selva di «forse» nella giungla di una tragedia familiare in cui il rimprovero di una mamma ha rischiato di trasformare il figlio in assassino. Un dramma di cui si conosce l'epilogo: un ragazzo di 18 anni che accoltella la madre, 43 anni, dopo una lite e poi si taglia la gola con lo stesso coltello. Solo ombre, invece, sull'antefatto. Ora il giovane è in fin di vita mentre la mamma è grave, ma fuori pericolo. Tutto è accaduto, due notti fa, in un appartamento in via Togni a Broni (Pavia). Il 18enne era aveva fatto le ore piccole e quando è rincasato ha trovato, sveglia, la madre.

È probabile che la donna abbia chiesto conto al figlio del motivo del ritardo: un rimprovero reso ancora più aspro dal sospetto che il ragazzo si fosse impasticcato o ubriacato. Eccolo, l'ennesimo «forse». Sta di fatto che la reazione del figlio dinanzi alle accuse della mamma è delirante: «Dammi piuttosto 20 euro per la ricarica telefonica». La replica è un «no» deciso. Che fa scattare il raptus. Il giovane afferra un coltello e la colpisce, poi si rinchiude nella sua camera e con la stessa lama tenta di sgozzarsi. In casa c'è anche il fratello maggiore del 18enne: tutto avviene in pochi attimi, senza dargli il tempo di evitare che l'orrore si compia. Svegliato dalle urla, apre la porta e vede sangue ovunque: la madre a terra con la gola lacerata, il fratello chiuso a chiave in camera. È sotto choc, ma trova la lucidità, per chiamare il 118. I carabinieri si trovano dinanzi a una scena da film horror. L'ambulanza carica la donna e suo figlio. Le lenzuola dell'autolettiga si inzuppano di sangue.

«Il giovane forse era convinto di aver ammazzato la madre e così ha provato a suicidarsi con lo stesso coltello», è la prima ipotesi degli inquirenti. Ma anche questa è una lettura che contiene un «forse» di troppo.

I dettagli della «scena del crimine» non aggiungono molto alla generale sensazione di angoscia: «Tra madre e figlio i rapporti erano deteriorati da tempo - spiegano gli - immancabili - vicini di casa»; un'analisi da bar sport della sociologia di quartiere che nulla aggiunge e nulla toglie al mistero di una dinamica troppo cruenta per essere liquidata con una semplice risposta usa e getta. «Al culmine della discussione il giovane è andato in cucina e ha colpito la madre tra petto e spalla con un coltello a serramanico», la ricostruzione dei carabinieri. E poi: «Il giovane successivamente si è chiuso in camera e ha rivolto l'arma verso di sé, colpendosi al collo». Sul referto dei soccorritori si legge che «il 18enne era in una pozza di sangue, ed è stato trasportato d'urgenza al Policlinico San Matteo di Pavia».

La prognosi è riservata e i medici definiscono le sue condizioni «disperate». Al San Matteo, sempre in prognosi riservata, è ricoverata anche la madre del ragazzo: lei, però, ce la farà. Se sia una fortuna o una dannazione, è tutto da vedere.

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