Politica

Il ricatto di Casaleggio ai 5s: senza di me niente congresso

Il capo di Rousseau ha i dati di 170mila iscritti grillini Di Maio al contrattacco: «Lasci gestire i soldi a noi»

Il ricatto di Casaleggio ai 5s: senza di me niente congresso

P rendendo spunto da una facile quanto celebre citazione cinematografica, potremmo dire che Davide Casaleggio non vuole solo partecipare agli stati generali 5s, vuole avere il potere di farli fallire. E volendo ha anche qualche asso nella manica per sabotare il congresso grillino. Il presidente dell'Associazione Rousseau viene descritto come «irritato» dalle pretese di gran parte del gruppo parlamentare. L'ultimo episodio è il documento firmato lunedì scorso da circa una quarantina di deputati e senatori che hanno messo nero su bianco l'obiettivo di far diventare il M5s «autonomo finanziariamente» prima dell'appuntamento congressuale di novembre, rendendo Casaleggio un «fornitore di servizi». Giovedì il figlio del cofondatore tramite le parole della fedelissima Enrica Sabatini ha smontato pezzo per pezzo le regole degli stati generali buttate giù dal capo politico Vito Crimi. Coadiuvato dall'attivismo della vicepresidente del Senato Paola Taverna, in prima linea nell'organizzazione della kermesse. Casaleggio, da par suo, in un'intervista al Corriere della sera ha già paventato l'ipotesi di svolgere l'evento soltanto in forma digitale, sulla piattaforma Rousseau. E questo è un tema su cui si dibatte nelle ultime ore all'interno del Movimento. Con la curva dei contagi in rapida risalita prendono quota le voci di un congresso da remoto. Eventualità vista come fumo negli occhi dai «governisti» e dai big decisi a cambiare radicalmente il volto dei Cinque stelle. Che, addirittura, preferirebbero un rinvio all'anno nuovo piuttosto che degli «stati generali farsa».

Casaleggio dice anche di volersi battere contro la deroga al limite dei due mandati e boccia la costituzione di una segreteria politica collegiale. «Il M5s ha il maggior tasso di collegialità dello scenario politico italiano - spiega il guru -, da nove mesi il M5s si è già dotato di un'organizzazione collegiale di 200 persone, è il Team del Futuro». È un Casaleggio pronto a dare battaglia, insomma. Anche perché dispone del «pulsante rosso» in grado di mandare all'aria gli stati generali. Tanto che potrebbe essere tentato dall'idea di tirare fuori Rousseau dall'organizzazione del congresso grillino. E a quel punto renderebbe praticamente impossibile la due giorni di novembre. Gli assi nella sua manica sono due.

Come fanno notare diversi parlamentari, i dati dei circa 170mila iscritti al M5s sono nelle mani dell'Associazione Rousseau. «Noi non sappiamo nemmeno chi sono i nostri iscritti», dice un esponente grillino. Infatti l'unico modo per aderire al Movimento è farlo attraverso la preventiva iscrizione alla piattaforma Rousseau. Per forza di cose, quindi, nella scelta degli iscritti da far partecipare agli incontri territoriali Taverna e soci dovranno passare per Casaleggio. L'altra arma è il sito stesso. Lo stato maggiore ha stabilito che dopo il 7 e l'8 novembre gli attivisti dovranno ratificare il nuovo assetto con una votazione online. Inutile specificare che il voto avverrà su Rousseau. E se Casaleggio tirasse i remi in barca, non ci sarebbero i tempi necessari per creare un nuovo sistema di consultazione via web. Senza Rousseau, niente stati generali.

Ma Luigi Di Maio replica duro: «Agli attivisti e ai territori non arriva un euro. La cassa deve gestirla il Movimento, dando parte delle risorse alle piattaforme informatiche e l'altra ai territori

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