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La riforma del Senato fa slittare il ddl sulle unioni civili

Nessuna calendarizzazione per il ddl Cirinnà. Proteste da Sel e Cinquestelle, mentre il Pd si spacca

La riforma del Senato fa slittare il ddl sulle unioni civili

Le unioni civili sono di nuovo terreno di scontro in Senato. L'Aula di Palazzo Madama ha, infatti, respinto la richiesta di Sel di candelarizzare il ddl Cirinnà per dare la precedenza alla riforma del Senato il cui voto finale è previsto per il 13 ottobre. Solo qualche settimana fa il ministro Boschi aveva assicurato che il testo sulle unioni civili sarebbe stato votato entro il 15 ottobre ma a quasi venti giorni non è neppure ancora stato messo in calendario.

Una decisione che ha mandato su tutte le furie il capogruppo di Sel, Loredana De Petris, che aveva chiesto che il provvedimento fosse incardinato in Aula per lunedì prossimo. La senatrice, già nel corso del suo intervento in Aula, aveva attaccato il ministro Boschi e la maggioranza che "permette l'approdo in aula del ddl Riforme senza aver concluso i lavori in commissione, ma sulle unioni civili no" dando "la colpa agli emendamenti presentati da Sel" al ddl Cirinnà. "Non avete avuto il coraggio di venire in aula per prendervi le proprie responsabilità - aveva detto - vi siete rifiutati, avete votato ripetutamente perché le unioni non arrivassero in aula".

Anche il capogruppo dei Cinquestelle, Gianluca Castaldi, ha votato contro il calendario dei lavori"per non avallare questa ghigliottina sulla nostra Costituzione". "Non solo non avete voluto incardinare, come proposto da De Petris il provvedimento sulle Unioni civili - prosegue il pentastellato - ma neanche quella del Movimento 5 stelle sul reddito di cittadinanza che interessa 9 milioni di persone. Evidentemente, parlate tanto di diritti civili e di povertà degli italiani ma in realtà non ve ne importa niente."

Al grillino ha poi risposto Luigi Zanda, capogruppo del Pd in Senato affermando che: "Quello del M5S è ostruzionismo alla riforma, non altro. Il tema unioni civili è stato posto nella Capigruppo sempre dal Pd e appena sarà terminato l'esame delle riforme chiederò di riconvocare la Capigruppo per fissare la calendarizzazione del ddl in Aula". "Il Movimento 5 stelle -aggiunge Zanda- utilizza strumentalmente il ddl Cirinnà e alimenta un livello di ostruzionismo già molto consistente. Le urla nell'Aula del Senato, poi, confermano che di ostruzionismo si tratta".

A segnare una spaccatura dentro il Pd c'è il voto contrario proprio di Monica Cirinnà, relatrice in commissione Giustizia del ddl sulle Unioni civili, e l'astensione di altri democratici che, in Senato, vale come voto contrario.

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