Riforme, Renzi: "Se vince il no torniamo alla bicamerale D'Alema-Berlusconi"

Il presidente del Consiglio parla di referendum: "Se vince il No tornano quelli di prima. Non vorrei che venisse fuori una nuova Bicamerale con D'Alema e Berlusconi"

Riforme, Renzi: "Se vince il no torniamo alla bicamerale D'Alema-Berlusconi"

Ha paura di perdere il referendum il presidente del Consiglio Matteo Renzi. E per questo non perde occasione per attaccare, a testa bassa, il fronte del no. In un incontro pubblico al teatro Politeama di Lecce il premier sottolinea che "se vince il no tornano quelli che c’erano prima. Non mi stupirei di vedere una nuova bicameralina con Berlusconi e D’Alema. Come nella canzone di Vecchioni: dammi indietro i miei vent’anni e la bicameralina che tu sai". Usa l'ironia il premier. Ed evoca i "fantasmi" della vecchia politica, così come lui ama chiamarla. Si dimentica, però, che lui ha iniziato a fare la riforma proprio con un certo Berlusconi. Il famoso "Patto del Nazareno", che il premier poi ha fatto saltare.

Ora, però, sperando di poter ribaltare i sondaggi - che danno il Sì in forte affanno - Renzi gioca la carta del nuovo contro il vecchio. Lui ovviamente è il nuovo. Rispolvera, così, la casacca del rottamatore. Sperando che gli italiani gli credano "Quelli della vecchia guardia - sottolinea - che sono stati protagonisti di riforme mancate anni fa, oggi sono tutti per il No". E insiste snocciolando un po' di numeri: "Avere 63 governi in 70 anni non aiuta ad essere rispettato all’estero. Al G20 mi hanno detto 'è già la seconda volta che ti vediamo, non eravamo abituati". Poi si sofferma sull’immunità parlamentare: "Se vince il sì, l’avranno in molti meno. L’idea di ridurre il numero dei parlamentari mi sembra il minimo sindacale. Chi vota no si tiene questo numero di parlamentari per i prossimi trent’anni".

"Con le parole bisogna stare attenti", ammonisce Renzi. Ce l'ha con Carlo Freccero, che ha definito la sua riforma mussoliniana. "Ma chi ha avuto genitori e nonni uccisi dal fascismo - osserva - deve dire che con le parole non si scherza".

Renzi cita Dossetti e Nilde Iotti

"Oggi un milione e 937mila italiani pagano le tasse con un clic. Di fronte a questa idea di semplificare continuiamo ad avere il numero di parlamentari più alto, un meccanismo che si chiama bicameralismo paritario che non funziona più e che nemmeno i padri della Costituzione volevano. Nel 1951 uno come Dossetti già spiegava che non funzionava. E Nilde Iotti, il 9 settembre a Piombino, disse ’basta con questo assurdo bicameralismo perfetto. Questo discorso - prosegue il premier - lo ha fatto Nilde Iotti, oggi 37 anni fa. Il mondo fuori cambia e l’Italia ha bisogno di rimettersi in gioco. Se vogliamo contare nel mondo bisogna essere più agili".

Roma, i Cinque stelle e le Olimpiadi

Un po' di ironia prima di parlare del Movimento 5 stelle e della crisi che sta vivendo l'amministrazione comunale di Roma. "Ci sono ancora i bambini, siamo in prima serata e non si può parlare di Cinque Stelle...". Poi va avanti: "Mi dispiace per quello che sta accadendo a Roma perché io, prima di essere il presidente del Consiglio e il segretario del Pd sono un cittadino italiano e se vedo che la capitale è in difficoltà, se vedo che non riescono a scegliere un assessore che duri più di 24 ore, io sono triste. Credo che il bene comune sia più importante delle divisioni di parte. Io - ha aggiunto Renzi - ho dato al sindaco Raggi la mia disponibilità a fare tutto quello che serve per dare una mano".

E sul tema Olimpiadi, dopo che il sindaco Raggi ha fatto sapere di non volerle a

Roma, Renzi va giù duro: "Chi dice no alle Olimpiadi di Roma, lo fa perché teme che "qualcuno potrebbe rubare", ma "un Paese serio è un Paese in cui chi ruba viene arrestato e non un Paese in cui si fermano le grandi opere".

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