Roma - «Ingressi incontrollati» per l'Austria. «Respingimenti residuali» per l'Italia. Vienna e Roma ai ferri corti a ridosso delle elezioni che vedono il testa a testa fra i verdi e l'estrema destra di Hofer. E se Vienna dovesse ripristinare controlli rigidi alle frontiere a rimetterci sarebbe il commercio che viaggia su ruote. Il governatore del land Tirolo, Gunther Platter ha messo sotto accusa il governo italiano che aveva promesso di controllare i confini e che invece permette «ingressi incontrollati» di migranti lungo il confine del Brennero e metterebbe in atto «manovre ingannevoli per evitare i controlli ventilati dall'Austria». Accusa respinta dal sottosegretario all'Interno Domenico Manzione perché, aveva spiegato, lo scenario di ingressi incontrollati non trova «conforto nei dati».
Ma Platter è tornato all'attacco insistendo sugli «ingressi incontrollati che devono essere fermati». E ieri è arrivata la precisazione della Questura di Bolzano confermando che non esiste nessuna invasione incontrollata verso l'Austria perché in realtà negli ultimi dieci giorni Vienna non ha mai respinto più di 2 o 3 persone al giorno e neppure quotidianamente. Ci sono state infatti giornate con zero respinti. Sul territorio italiano, hanno proseguito le forze dell'ordine, i controlli sui treni e strade sono «strettissimi». Inoltre è previsto una ulteriore potenziamento dei controlli dal 24 maggio, con l'arrivo di altri 25 militari.
Il monitoraggio ai confini italiani è già stato intensificato dal primo maggio. Da quelle data vengono effettuati 24 ore su 24 controlli su tutti i treni e lungo le strade che portano in Austria. Sui cinque treni internazionali, che ogni giorno passano il Brennero in direzione nord, il numero di migranti, assicura la polizia è praticamente azzerato, proprio a causa della forte presenza di agenti. Già nelle stazioni di Bologna, Verona e Trento queste persone vengono fatte scendere dai treni.
A ricucire i rapporti interviene il governatore altoatesino Arno Kompatscher che auspica un clima «collaborazione e fiducia» come è sempre stato tra l'Italia e l'Austria. Eventuali rafforzamenti dei controlli, precisa, non vanno mai decisi in modo «unilaterale» ma sempre concordati tra i due paesi.
Preoccupazione per le conseguenze di una stretta ai confini del Brennero viene espressa dalla Cgia di Mestre. Tra quelle che viaggiano su Tir e quelle che si spostano su rotaia, sono oltre 40 milioni le tonnellate di merci che ogni anno transitano lungo il Brennero.
E se l'Austria ripristinasse controlli lungo questo valico gli effetti negativi si farebbero sentire subito nel settore dell'autotrasporto che copre il 71 per cento del totale delle merci che entrano ed escono da questo confine. Per i Tir, così come per i treni, si allungherebbero notevolmente i tempi con ricadute economiche molto pesanti.
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