Da Romano a Rizzetto, i voltagabbana che piacciono alla sinistra

La sinistra inveisce contro Mastella, Razzi e Scilipoti ma poi accoglie a braccia aperte chi entra nel Pd

Da Romano a Rizzetto, i voltagabbana che piacciono alla sinistra

I parlamentari grillini che ieri hanno abbandonato il Movimento 5 Stelle sono solo gli ultimi in ordine di tempo. Si è detto e scritto tanto sui parlamentari che dalla Seconda Repubblica in poi hanno cambiato casacca, hanno salvato dei governi o li hanno affossati. Di solito si ricordano come “traditori”, “giuda” o “venduti” se passano da sinistra verso destra, mentre diventano dei lungimiranti salvatori della patria se fanno il passaggio inverso.

A farne le spese di questo doppiopesismo negli ultimi anni sono stati soprattutto Antonio Razzi e Domenico Scilipoti, ex dipietristi che attualmente siedono in Parlamento tra le fila di Forza Italia. A distanza di tre anni dal loro “tradimento” vengono tutt’ora additati come il peggio della casta. Scilipoti, divenuto famoso alle cronache anche per il titolo di “re dei peones” (dall’omonimo libro a lui dedicato) ultimamente ha detto basta e ha deciso di querelare Bruno Vespa per averlo citato nel suo ultimo libro “Italiani voltagabbana”.

Il nome di Razzi è, invece, sempre vivo nell’immaginario collettivo per quella sua espressione colorita ( “fatti li c…i tua”) che ormai tutti conoscono e nei suoi confronti Antonio Di Pietro ha ancora il dente avvelenato. L’ex pm di Mani Pulite solo qualche mese fa ha ricordato come era arrivato scegliere la sua candidatura e quanto se ne sia pentito: “In Abruzzo ho cercato di candidare persone che dovevano rappresentare il senso della società civile, addirittura un operaio, emigrato in Svizzera, e mi sono ritrovato questo operaio che avrà pure i capelli bianchi, ma ha la testa rossa della vergogna perché si è venduto per i classici trenta denari di Giuda”. La pattuglia di ex dipietristi e “responsabili” che nella passata legislatura che salvarono il governo Berlusconi davanti all’opinione pubblica è stata dipinta come la peggior truppa di voltagabbana, mentre ora il Pd elogia la scelta degli ex grillini, guidati da Walter Rizzetto, di collaborare per l’elezione del nuovo Capo dello Stato e viene accolta con tutti gli onori a Largo del Nazareno.

Oltre a Scilipoti e Razzi è Clemente Mastella il simbolo dell’uomo di centro ondivago che è passato dal centrodestra al centrosinistra e viceversa svariate volte, essendo sempre stato additato come un “traditore”. Ma questo appellativo, nel corso di questa legislatura non è stato minimamente usato nei confronti dei parlamentari ex montiani, come Andrea Romano che da Scelta Civica sono passati al Partito Democratico. Anzi la sua scelta è stata ben vista soprattutto dal segretario- presidente Matteo Renzi che ha così potuto rimarcare l’importanza di avere un partito aperto che abbracci tutti e vada “da Gennaro Migliore ad Andrea Romano. Già perché , oltre alla trentina di parlamentari grillini dissidenti, Renzi per le votazioni del prossimo Capo dello Stato potrà contare anche su una decina di parlamentari ex vendoliani che sono andati ad ingrossare le file del Pd di Camera e Senato.

Sembra essere molto lontano il 2007 quando il senatore Franco Turigliatto, comunista di ferro che per un voto fece cadere il secondo governo Prodi, venne espulso dal suo partito Rifondazione Comunista con ignominia e additato come il capro espiatorio di tutti i problemi di quel governo. Un gufo ante litteram?

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