Rosatellum, Senato difficile I voti di fiducia saranno cinque M5s in rivolta andrà in piazza

Rosatellum, Senato difficile I voti di fiducia saranno cinque M5s in rivolta andrà in piazza

Roma Non c'è tempo, né margini di trattativa. L'idea di una qualsiasi modifica sulla legge elettorale, attesa per la settimana prossima nell'aula di Palazzo Madama, resta totalmente indigesta al Pd e al governo. Il partito renziano vuole accelerare il più possibile e le fiducie sul Rosatellum potrebbero diventare cinque (mentre alla Camera i voti di fiducia avevano accompagnato soltanto l'esame dei primi tre articoli, lasciando che sugli ultimi due ci fosse un iter normale). «Non mi faccio illusioni, è già tutto deciso», commentava una sconsolata Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto. In effetti, a seguire la riunione tenuta in mattinata dal capogruppo piddino Zanda, con la presenza della ministra Finocchiaro, si è capito che la maggioranza ha paura di qualsiasi incidente che possa far saltare l'accordo faticosamente raggiunto. Al Senato la maggioranza è assai più debole. Al punto da immaginare che una dozzina di deputati leghisti o forzisti possano restare in aula durante le votazioni di fiducia, mentre gli altri uscirebbero per far calare il quorum e consentire al Pd e ai suoi alleati di portare a casa i 155 voti di fiducia di cui dispongono, almeno sulla carta (a Senato pieno ne servirebbero 161). L'uso del condizionale è d'obbligo: sia per l'inusuale supporto richiesto a forze non nella maggioranza, come Lega e Forza Italia, sia perché anche nella riunione piddina s'è respirata aria di un notevole malcontento. A cominciare dal senatore romano Walter Tocci che, deciso già da tempo a non farsi più ricandidare, ha demolito senza peli sulla lingua l'impianto della legge e i vertici del Pd. Con l'ennesimo ricorso alla fiducia, ha spiegato, «si delegittima il Parlamento... ma del resto l'uomo solo al comando ha bisogno d'un Parlamento delegittimato». Altri senatori, come Giorgio Tonini, si sono detti intenzionati a votare solo per «disciplina di partito».

Contro quella che definiscono «fascistellum» e «legge truffa» hanno fatto anche ieri fuoco e fiamme i Cinque Stelle.

E dal suo blog Beppe Grillo ha chiamato a raccolta tutti i contrari al Rosatellum per una mega-manifestazione mercoledì 25, alle 14: «Venite tutti ad accerchiare il Senato, e portate una benda bianca. Siamo in piena emergenza democratica e dobbiamo reagire!», ha scritto Grillo nel suo appello.

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