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Rutte evita la sfiducia per tre voti. Ma una fotografia lo mette all'angolo

Strada in salita per il premier accusato di aver mentito durante i negoziati per il governo. Per colpa dello scatto di una deputata

Rutte evita la sfiducia per tre voti. Ma una fotografia lo mette all'angolo

Sembrava inaffondabile ed era pronto a guidare il quarto governo consecutivo. Ma la strada del primo ministro olandese Mark Rutte ora è tutta in salita. La mozione di sfiducia nei suoi confronti non è passata in Parlamento per soli tre voti, ma è comunque stata approvata una mozione di censura da tutta l'Aula, a eccezione del suo partito liberalconservatore VVD, per aver mentito durante i negoziati per formare il nuovo governo.

Sono servite quattordici ore di dibattito, terminato ieri mattina alle tre, per giungere a una conclusione che, nonostante Rutte non sia stato sfiduciato, gli impedirà un cammino agevole per guidare ancora una volta i Paesi Bassi. Tutti si sarebbero aspettati un passo indietro, ma il premier incaricato non ci pensa neppure. «Resto al mio posto e lavorerò duramente per riguadagnare la fiducia», ha detto Teflon Mark, soprannome affibbiatogli per la sua abilità nel farsi scivolare addosso gli scandali.

La vittoria alle elezioni del 17 marzo scorso aveva confermato il suo primato, ma per formare il nuovo governo ha dovuto avviare dei negoziati per dare vita a una maggioranza. Le trattative, però, si sono bruscamente interrotte la scorsa settimana a causa di una foto galeotta pubblicata dai giornali. L'immagine ritraeva la deputata Kajsa Ollongren, del partito D66 alleato di Rutte, protagonista dei colloqui per il nuovo governo, con in mano dei documenti su cui era scritto: «Posizione Omtzigt, incarico altrove».

Peter Omtzigt è un deputato di Appello Cristiano Democratico (CDA), alleato di governo, da sempre critico nei confronti di Rutte e diventato famoso soprattutto per aver scoperchiato lo scandalo legato ai sussidi famigliari che ha spinto il premier a dimettersi lo scorso gennaio. Il caso dei sussidi ha riempito per settimane le pagine dei giornali, soprattutto dopo un'indagine parlamentare che aveva rilevato non solo un atteggiamento impietoso da parte dello Stato, ma anche errori dell'amministrazione, che hanno lasciato sul lastrico numerose persone, indebitatesi per il risarcimento. Ventimila famiglie, infatti, si sono viste chiedere indietro i soldi dei sussidi per i figli e portate in tribunale con l'accusa di frode. A molte di queste, per dei cavilli, è stato impedito inoltre di ricorrere in appello. Alla fine, si è scoperto che le famiglie erano state perseguite solo per un errore burocratico.

Rutte, dal canto suo, ha sempre dichiarato pubblicamente di non aver mai discusso, durante i colloqui per formare il governo, di un incarico a Peter Omtzigt. Ma non c'è stata solo una foto a sbugiardarlo: la pubblicazione dei verbali del negoziato ha fatto emergere che il premier ha mentito. Rutte avrebbe infatti parlato di un incarico di prestigio per Omtzigt, per mettere a tacere una figura scomoda nella sua maggioranza. L'immagine di Teflon Mark appare adesso compromessa. «La distanza tra noi si è ampliata», ha detto Sigrid Kaag, leader dei liberali europeisti D66, alleati di Rutte. Il primo ministro olandese, però, non lascia l'incarico ad interim e si dice pronto ad affrontare un nuovo round di negoziati. Ma la sua posizione appare decisamente indebolita e il nuovo scandalo potrebbe allungare i tempi per la formazione del nuovo esecutivo.

Niente di nuovo per i Paesi Bassi: quattro anni fa servirono 208 giorni per dare vita a un governo.

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