Cronache

"Sì ai separati per tutelare i figli e la vita"

Monsignor Vincenzo Paglia: "Giusto allontanarsi se stare insieme diventa insostenibile"

"Sì ai separati per tutelare i figli e la vita"

Roma - «Distinguere tra divorzio e separazione»: l'originalità dello studio della Pontificia Commissione Biblica «sta nel considerare la Bibbia non solo come un insieme di affermazioni isolate, ma un itinerario che ha una sua complessità». All'indomani della pubblicazione di un testo della Pontificia Commissione Biblica, organismo della Congregazione per la Dottrina della Fede, in cui si sottolinea la possibilità di divorzio qualora «il coniuge constata che il rapporto sponsale non è più espressione di amore», parla il presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia.

Eccellenza, nel testo vaticano si ribadisce l'«indissolubilità del matrimonio vietando il divorzio», dall'altro si chiarisce che «non fa un atto contrario al matrimonio il coniuge che - constatando che il rapporto sponsale non è più espressione di amore - decide di separarsi da chi minaccia la pace o la vita dei familiari». Come dobbiamo leggere questa espressione?

«Anzitutto dobbiamo distinguere tra divorzio e separazione. Il divorzio comporta la rottura del legame matrimoniale, che viene quindi considerato come non indissolubile. Nel testo non è in gioco questo, ma una situazione in cui la vita familiare è divenuta insostenibile, nonostante tutto l'impegno dispiegato per costruire relazioni feconde e rispettose. In una tale congiuntura vengono minacciati valori importanti, che riguardano per esempio l'educazione dei figli o al limite la stessa incolumità fisica delle persone. A quel punto, la scelta di prendere distanza con la separazione non è contraria al vincolo del matrimonio. Non si interrompe il vincolo, si prende solo atto che non è più possibile viverlo sotto lo stesso tetto».

È una vera e propria apertura al divorzio, una nuova causa di nullità del matrimonio?

«La nullità del matrimonio mette in campo una situazione del tutto diversa. Si tratta di una dichiarazione che non intende annullare il legame tra i coniugi; si riconosce invece che non è mai esistito. Questo può avvenire per diversi motivi che sono previsti dal Codice canonico. Questo testo aiuta a comprendere più profondamente la natura ferita della nostra umanità: vogliamo amare, ma non lo sappiamo fare bene. Vorremmo che i nostri legami fossero per sempre e invece si spezzano e fanno del male. A Natale però, Dio viene per dirci che la carne dell'uomo è ancora buona, capace di grandezza e di imparare ad amare con entusiasmo e pazienza. Comprendere di più la natura umana ci aiuta a ricevere la grazia, il sostegno che Dio ci assicura per farci realizzare la nostra più profonda vocazione: amare e farsi amare».

Quali conseguenze apporta questo studio?

«La Pontificia Commissione Biblica compie il suo servizio sotto l'autorità della Congregazione per la Dottrina della Fede. L'originalità di questo studio sta nel considerare la Bibbia non solo come un insieme di affermazioni isolate, ma un itinerario che ha una sua complessità. Ne favorisce quindi una comprensione non frammentaria, ma organica nella sua articolazione. Ci aiuta inoltre a comprendere la Bibbia nel suo orizzonte culturale, togliendoci dall'illusione che possa rispondere in modo immediato alle domande che oggi ci poniamo.

La Bibbia richiede anche l'interpretazione da parte della Chiesa, in particolare dal magistero, per guidare i credenti verso la salvezza».

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