Salvini e Di Maio sempre "in missione": quei 92 comizi elettorali a spese nostre

Il primo è presente all'1,73% delle votazioni del Senato, il secondo al 14% di quelle della Camera. Per impegni istituzionali? Macché, per eventi di partito

Salvini e Di Maio sempre "in missione": quei 92 comizi elettorali a spese nostre

Più di 90 comizi negli ultimi tre mesi per Salvini e Di Maio. Una maratona politica, che fa il paio con la scarsa frequentazione del Parlamento. Salvini ha partecipato all'1,73% delle votazioni al Senato da inizio legislatura, un tasso di assenze del 97,75%. Il suo omologo di governo, Di Maio, è assente l'86% delle volte. Assenteisti da record? La questione è un po' diversa. Tecnicamente i due vicepremier quando non sono in Parlamento, cioè quasi sempre, non sono formalmente «assenti», bensì «in missione», cioè impegnati in impegni istituzionali. Lo prevedono i regolamenti delle due Camere come unica deroga all'obbligo di partecipare ai lavori, con il vantaggio che in missione, sebbene non presenti, si incassa ugualmente la diaria. Ma quali missioni istituzionali impegnano i due ministri per la quasi totalità del loro tempo?

L'analisi l'ha fatta Openpolis, confrontando i giorni in cui Salvini e Di Maio risultano in missione con la loro agenda reale, aggiornata costantemente sui social dai diretti interessati. Arrivando a concludere che in entrambi i casi «si approfitta delle missioni per nascondere assenze ingiustificate, come per esempio comizi ed eventi elettorali», essendo sia Salvini che Di Maio leader dei rispettivi movimenti e quindi impegnati nell'attività di partito, ma con diaria parlamentare e dispiegamento di mezzi ministeriali. Un esempio è il 27 febbraio scorso, voto in Senato sul decreto Quota 100. Il senatore Salvini non era presente al voto perché «in missione». Quale? Andare a Cagliari per festeggiare il successo della Lega alle elezioni regionali appena svoltesi in Sardegna. Stessa cosa il 7 febbraio, non presente alla votazione in Senato sulla riduzione del numero di parlamentari perché in «missione», in realtà il ministro era in Abruzzo per un evento elettorale in sostegno del candidato governatore di centrodestra. «Così facendo il vicepresidente del consiglio ha saltato, anche se formalmente con giustificazione, 84 votazioni del senato, tra cui 8 voti finali: 5 ratifiche di trattati internazionali, una conversione di decreto legge, un disegno di legge costituzionale e un disegno di legge ordinario» scrive Openpolis.

E Di Maio? Ha un po' meno «missioni» (80,2%) e più assenze vere (5,9%), per il resto la prassi è la stessa. Il 5 febbraio il deputato Di Maio non è presente alla votazione sul dl Semplificazioni perché «in missione». Quale? Andare in Francia ad incontrare i gilet gialli. E così altre volte tra Sardegna, Abruzzo e Basilicata dove si vota domenica. Casualmente proprio ieri Di Maio era a Matera a visitare, da ministro, «alcune tra le eccellenze del Made in Italy della Regione». Proprio come aveva fatto il ministro Salvini, sempre a Matera, settimana scorsa, e lui stesso già giovedì.

E chissà quante altre «missioni» in prossimità delle Europee. Comunque, il derby tra i due lo vince alla grande Salvini con 69 eventi elettorali contro 23. Il triplo. Alla ricerca dell'equazione perfetta: meno presenze in Parlamento, più voti nelle urne.

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