Lo scontro tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini si fa sempre più forte. I due vicepremier ormai sono divisi su tutto: dalla Tav agli accordi con la Cina, dalla sicurezza fino all'autonomia. E ora a marcare la distanza tra i due arrivano anche i risultati delle elezioni in Basilicata. Un dato di fatto c'è: il Movimento Cinque stelle crolla sotto il peso di consensi in forte calo. Si era già visto alle elezioni in Abruzzo, ora si replica. I pentastellati, nati sotto il segno della protesta popolare, si trovano a fare i conti con il vento sovranista che soffia sempre più forte e che sta spazzando via ogni dubbio: gli italiani fanno il tifo per Salvini, complici i temi chiave che stanno a cuore alla Lega, in particolare l'immigrazione. Qual è, dunque, lo scenario che si prospetta dopo le consultazioni in Basilicata?
I bene informati assicurano che per ora il contratto di governo sarà rispettato. Da entrambe le parti ci sarebbe, infatti, la volontà di andare avanti, seppur a denti stretti, almeno fino a dopo le Europee, che saranno il vero banco di prova, anche perché le elezioni amministrative sono sintomo sicuramente di un indirizzo popolare, ma non della vera corrente politica decisa a tavolino.
Il vicepremier Salvini, malgrado i malumori, avrebbe ancora la forza per mandare avanti un esecutivo fondato su due realtà che stanno insieme in maniera innaturale. Come ha specificato più volte, il suo amore più grande sono l'Italia e gli italiani e sta ancora pensando che il bene del popolo sia avere un governo che è sì diviso a metà, ma che comunque riesce a lavorare.
Certo è che alle Regionali reggono gli accordi fatti col centrodestra, con candidati che spesso sono espressione non diretta della Lega, ma di Forza Italia e Fratelli d'Italia, due partiti che seppur con percentuali minori, reggono il confronto con i pentastellati, che ormai sarebbero sulla via del declino. A penalizzare Di Maio e i suoi sono state soprattutto le scelte sulla Tav e l'indecisione su alcuni punti della questione immigrazione. Il ministro dell'Interno, quindi, in futuro potrebbe davvero candidarsi a diventare premier. Quando non si sa, ma si vocifera che si dovranno attendere sicuramente le consultazioni Europee.
Dopodiché lo scenario potrebbe cambiare. Cosa certa è che Matteo Salvini non ha intenzione di impossessarsi del posto più alto sugli scranni del governo alla Renzi maniera. Per lui il lasciapassare resta ancora la volontà popolare e, quindi, il voto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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