Accordo trovato su premier e squadra di governo. Matteo Salvini ostenta tranquillità dopo l'ultimo faccia a faccia con Luigi Di Maio. Oltre due ore di confronto lontano dalle telecamere sufficienti, assicura il leader del Carroccio, a comporre definitivamente il puzzle del governo: premier e ministri.
«Siamo pronti a partire», dice Salvini. «M5s dalla prossima settimana al governo del Paese», annuncia trionfale pure il leader pentastellato. Sulla scacchiera del governo il giurista Giuseppe Conte alla presidenza del consiglio, Salvini al Viminale e Di Maio al timone del superministero Sviluppo economico e Lavoro. Per il ministero dell'Economia è circolato anche il nome dell'economista Paolo Savona, notoriamente contrario all'euro, ma il Colle avrebbe fatto emergere il proprio disappunto. Dunque oggi dopo l'incontro al Quirinale non ci saranno sorprese? Assolutamente no: gli imprevisti sono in agguato, visto che nelle ultime ore alle affermazioni rassicuranti rilasciate da Salvini e Di Maio, entrambi in giro per l'Italia per dare sostegno ai loro candidati alle prossime elezioni amministrative, se ne sono aggiunte altre dalle quali trapela nettamente la distanza che permane tra Lega e Cinquestelle persino rispetto ad un programma, il contratto, scritto insieme. Lega e M5s non hanno fatto nomi. «Per rispetto alle prerogative del capo dello Stato il nome lo daremo a Mattarella: non sarà un politico e non saremo né io né Di Maio», dice Salvini augurandosi «che nessuno ponga veti».
Che cosa preoccupa il leader del Carroccio? Se il nome di Conte fosse respinto, è ovvio che la scelta potrebbe cadere su Di Maio che infatti ieri da Teramo non ha parlato da ministro ma da premier. «La cosa che cambia, dalla prossima settimana, è che il M5s va al governo del Paese», attacca Di Maio precisando che non sa se farà «il presidente del Consiglio che comunque, assicura «sarà un amico del popolo e del movimento Cinquestelle», annunciando i passi che farà il prossimo governo con toni da presidente del consiglio. Comunque se Di Maio non dovesse arrivare a Palazzo Chigi per sé rivendica «il ministero dello Sviluppo economico, con dentro il Lavoro, in un super-ministero» per far partire il reddito di cittadinanza e riformare i Centri per l'impiego perché «quello che conta sono i cittadini e non lo spread». Sulla composizione della squadra Salvini precisa che potrebbero entrare «persone che mai nella loro vita hanno votato Lega o M5s», aggiungendo che contatterà personalmente sia Silvio Berlusconi sia Giorgia Meloni. Salvini non nasconde che vorrebbe una partecipazione attiva di Fratelli d'Italia nel governo. Il leader del Carroccio spiega che ci sarà «un ministero per Famiglie e disabilità e un ministero per il Turismo» e che Giancarlo Giorgetti «avrà un ruolo fondamentale». È un altro papabile per il Tesoro.
La distanza tra Lega e M5s si misura pure sulle discordanze a proposito dell'Alta Velocità. «Sulla Tav c'è scritto nel programma che alcuni grandi progetti andranno riesaminati, non da soli se coinvolgono altri Paesi - dice Salvini - Da nessuna parte c'è scritto che verranno bloccati i cantieri.
Alcuni grandi progetti fondamentali andranno avanti, alcuni possono essere ridiscussi». Peccato che Di Maio anche ieri abbia ribadito la volontà di fermare tutto: «Prendiamoci quei soldi e mettiamoli nel trasporto pubblico locale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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