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Salvini si defila ma deve cedere l'Agricoltura

Il leader della Lega: "Basta litigare. La gente chiede al centrodestra di governare bene"

Salvini si defila ma deve cedere l'Agricoltura

Da giorni Matteo Salvini si è ritagliato un ruolo più defilato rispetto ai due alleati Meloni e Berlusconi, impegnati in un braccio di ferro tra veti e ministeri contesi (Giustizia in testa) e accuse reciproche. Non che il leader della Lega non abbia dovuto rinunciare a caselle ambite, come l'Agricoltura, ceduta a Fdi (il nome è quello di Lollobrigida) mentre il leghista predestinato per quella poltrona è stato promosso vicepresidente del Senato. Ma Salvini ha già cassato già ministeri chiave e un ruolo di primo piano per se stesso, quindi non ha più bisogno di alzare la voce o prendersi la scena. Infatti da giorni il capo della Lega sta mantenendo volutamente un profilo basso. Foto di lui attorno ad un tavolo con i suoi dirigenti per mettere a punto il programma economico di governo. Note del partito per informare che il segretario sta approfondendo il dossier pensioni per «superare la legge Fornero». Nessun cenno, neanche nei post sui social, alle polemiche che stanno accompagnando la formazione del nuovo governo. Salvini se ne tiene volutamente alla larga, perchè «il momento è delicato» e «la gente chiede al centrodestra di governare bene», non di litigare. Quindi meglio stare buoni e zitti, o esternare il dovuto. Low profile e ruolo da mediatore nello scontro tra Fdi e Forza Italia. Anche per questo Salvini mercoledì ha pranzato da Silvio Berlusconi a Villa Grande, facendo però subito sapere con un comunicato di essere «in costante contatto con tutti gli alleati». Il messaggio leghista è improntato alla diplomazia: «buonsenso, nessun veto, zero impuntature, massima serenità con gli altri leader della coalizione». Dal quartier generale leghista si cercano di spegnere le polemiche, attribuendole ai «gufi» e alla sinistra, mentre «il centrodestra è determinato a partecipare alle consultazioni con una delegazione unitaria per poi offrire al più presto un governo all'altezza delle aspettative degli italiani». Mentre vengono smentite seccamente e diffidati i media dal diffondere virgolettati di Salvini «contro gli alleati e presunte impuntature in vista della squadra di governo».

Questa versione da «pompiere» del capo leghista ha una spiegazione nel fatto che la Lega potrebbe ottenere un bel bottino di ministeri, soprattutto se paragonato a quelli di Forza Italia che alle elezioni ha preso più o meno gli stessi voti. Il pallottoliere della Lega dà per certo, al momento, sei ministeri, con in più il ruolo di vicepremier per il segretario federale. Tanti ministeri, e pesanti. Le Infrastrutture, dove dovrebbe andare proprio Salvini, poi il Viminale, in quota. Poi gli Affari regionali, l'Istruzione, la Disabilità. E poi, ultimo ma primo per peso specifico, l'Economia, prenotata da Giancarlo Giorgetti. Insomma dalla trattativa la Lega,a differenza degli azzurri, potrebbe uscirne sicuramente soddisfatta.

Basta che le polemiche non smuovano l'assetto fin qui trovato, per quello conviene il basso profilo, ancora per poche ore almeno.

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