«Non c'è nessuna strategia del doppio forno: con Berlusconi parliamo solo di accordi locali». Matteo Salvini alla festa di Atreju gioca quasi in casa. Le affinità su sicurezza e gestione dell'immigrazione irregolare sono evidenti, si gioca su terreni fin troppo simili, il suo approccio muscolare e pragmatico incontra un consenso naturale nel popolo della destra italiana.
Chi aveva sognato o sperato in una inversione di rotta e in un ritorno sulle sponde del centrodestra, però, non ottiene certo grande soddisfazione. Il ministro dell'Interno fa una concessione a Giorgia Meloni e lancia una frecciata contro Forza Italia. «Per me il governo poteva essere allargato a Fratelli d'Italia, non a Forza Italia perché con Giorgia Meloni e FdI abbiamo condiviso battaglie e valori. Io mi ricordo la battaglia di Roma che abbiamo combattuto in due contro tutto e tutti». E a chi gli chiede se la maggioranza potrà essere allargata in futuro, Salvini risponde: «Non so cosa faccio domani...». E poi: «Ho firmato un contratto che dura 5 anni e lo voglio rispettare. Poi siamo nelle mani di Dio e, scendendo più in basso, in quelle di Fico», aggiunge, intervistato da Enrico Mentana, con cui è un continuo rimando di frecciatine ironiche.
Salvini rivendica la linea dura contro gli sbarchi, nonostante il pericolo di ritrovarsi a dover frequentare i tribunali italiani («sono già a quota 32 denunce», racconta). «Se avessi rispettato tutte le regole di immigrati ne sarebbero arrivati 100-150mila, come negli anni passati. Le regole sono fatte per essere cambiate». «Siamo al governo per starci 5 anni. Se l'anno prossimo pagheranno un'aliquota del 15% tra un milione e un milione e mezzo di italiani, sarà un grande risultato».
Salvini, sulla vicenda Giochi 2026, non nasconde un pizzico di delusione: «A me piaceva l'idea di una olimpiade italiana, di tutte le Alpi, che partisse in Piemonte e arrivasse in Veneto. Sarebbe stata una vetrina per tutto il mondo. Qualcuno ha avuto paura: ha sbagliato. Una proposta olimpica italiana ci sarà. Farò di tutto perché queste olimpiadi italiane ci siano». Salvini parla poi del sindaco di Roma. «La penso come tanti cittadini e tanti romani: dalla Raggi si aspettavano molto di più, ogni giorni in macchina è un rally». Ma a Roma siete in maggioranza o all'opposizione? «Siamo all'opposizione».
Il leader leghista non nasconde il rapporto di simpatia che lo lega a Luigi Di Maio. «Io non lo conoscevo, fino a maggio non ci avevo mai parlato. Grillo l'ho incontrato una volta in aeroporto. Casaleggio non so che faccia abbia. Ma ho trovato in lui una persona di parola onesta e concreta. Con lui sto lavorando bene, con altri dei Cinquestelle no». In vista delle Europee ipotizza un ribaltone anche a Strasburgo e vede all'orizzonte un tandem «Populisti-Popolari». Questi ultimi, però, devono esser «alla Orban e non alla Juncker, anche perché io con il Lussemburgo non ho un buon rapporto».
Sul fronte di Fratelli d'Italia, intanto, all'orizzonte si profila un ingresso pesante: Raffaele Fitto,
infatti, come rivelato dal Corriere Salentino, sarebbe pronto a entrare nel partito di Giorgia Meloni e contribuire alla corsa per le Europee. Già oggi, direttamente dal palco di Atreju, potrebbe arrivare l'annuncio ufficiale.
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