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La "Santa alleanza" delle Ong vara un'altra nave pro migranti

Sea Watch 4 pronta a salpare dalla Spagna: è costata 1,3 milioni. E il sindaco Orlando è uno dei testimonial

La "Santa alleanza" delle Ong vara un'altra nave pro migranti

L'«ammiraglia» delle Ong, che vogliono sbarcare i migranti partiti dalla Libia da noi, sta per salpare dal porto catalano di Burriana. Sea watch 4 è la nave dei talebani dell'accoglienza «più attrezzata del Mediterraneo» comprata con 1 milione e 300mila euro grazie a migliaia di mini sostenitori, ma soprattutto ai fondi della Chiesa evangelica tedesca, del presidente della Conferenza episcopale tedesca, il cardinale cattolico Reinhard Marx e della Chiesa riformata svizzera. Tutti riuniti in una santa alleanza, la «United4rescue» con le Ong estremiste tedesche come Sea watch e Sea Eye e pure con l'appoggio materiale della Acli. L'Associazione dei lavoratori cristiani in Italia, che si professa «solidale con le persone in fuga» senza specificare se dalla guerra o più banalmente dalla crisi economica. E sostiene che «il Mediterraneo deve collegare le persone e non deve essere un luogo mortale per il rifiuto dell'ospitalità e dell'umanità».

Ieri i potenti Medici senza frontiere (Msf) hanno annunciato che l'ammiraglia delle Ong è pronta a salpare con una loro squadra a bordo. Le altre 21 persone di equipaggio, non tutte volontarie a gratis, sono reclutate dai tedeschi di Sea Watch, gli stessi che assoldarono la capitana Carola Rackete. «La collaborazione è stata avviata con urgenza mentre gli stati membri dell'Unione Europea usano il Covid-19 come pretesto per limitare ulteriormente le attività di ricerca e soccorso» si legge in un comunicato di Msf, che evidentemente non ha problemi a portare in Italia migranti infetti. «La Sea-Watch 4 e l'ampia alleanza che rappresenta sono la risposta univoca della società civile alle politiche discriminatorie dell'Ue, che preferisce lasciare annegare le persone purché non raggiungano le coste europee» è il grido di battaglia di Giorgia Linardi, la bionda portavoce di Sea-Watch.

L'ammiraglia delle Ong, che batte bandiera tedesca, è un'ex nave oceanografica, che si chiamava Poseidon, acquistata a Kiel per 1 milione e 300mila euro su iniziativa del presidente del Consiglio della Chiesa Evangelica in Germania (Ekd), il vescovo Heinrich Bedford-Strohm. Poseidon era di proprietà dello stato federale tedesco Schleswig-Holstein e adesso servirà a recuperare migranti nel Mediterraneo.

L'operazione iniziata alla fine dello scorso anno ha padrini politici ben precisi, come Sven Giegold, europarlamentare e portavoce dei Verdi tedeschi a Strasburgo: «Questa nave salverà delle vite e potrà contribuire a cambiare la politica europea. La Poseidon aumenterà la pressione sui politici: La Chiesa sta mandando una nave, e i governi invece, cosa stanno facendo?».

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, è uno dei testimonial con tanto di video che inneggia alla nuova avventura di Sea watch 4. Anche il regista tedesco Wim Wenders era in prima fila nell'appoggiare la raccolta fondi. La nave doveva salpare già a Pasqua, ma a causa del covid e dei lavori di adattamento per il soccorso in mare è rimasta ferma nel cantiere di Burriana. A breve salperà le ancore e sarà appoggiata nella ricerca dei gommoni davanti alla Libia e alla Tunisia da Seabird, l'aeroplano di Sea Watch, sempre pagato dalla Chiesa evangelica tedesca, che decolla ogni giorno da Lampedusa. Nonostante la richiesta del Viminale, l'Ente nazionale per l'aviazione civile non lo ha ancora bloccato come era avvenuto lo scorso anno quando al governo c'era la Lega.

Traduzione del video: Noi stiamo insieme/Noi siamo uniti: Amburgo e Palermo, il mare del Nord e il Mediterraneo. E insieme diciamo: dobbiamo rispettare le vita. Dobbiamo rispettare i diritti umani dei migranti e dobbiamo inviare un messaggio chiaro all'Unione europea: la vita è sacra.

Del cartello pro migranti composto «da 500 organizzazioni della società civile europea» fa parte anche l'Ong Sea Eye, che ieri ha denunciato il ministero dei Trasporti, responsabile della Guardia costiera. Secondo i talebani dell'accoglienza tedesca la loro nave, Alan Kurdi, fermata per «falle nella sicurezza», come le altre imbarcazioni delle Ong è stata «detenuta illegalmente» lo scorso maggio a Palermo dopo aver sbarcato 150 migranti.

Il 25 giugno l'imbarcazione è ripartita con l'autorizzazione a recarsi proprio a Burriana, una specie di rifugio delle navi dei talebani dell'accoglienza.

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