Savona attacca l'Europa che boccia il Def: "Se si arriva al conflitto deciderà il popolo"

Il ministro: il programma di governo è moderato, proverò a evitare lo scontro Fico incontra Moscovici. Oggi comincia l'iter parlamentare della manovra

Savona attacca l'Europa che boccia il Def: "Se si arriva al conflitto deciderà il popolo"

Roma - Se l'Europa boccerà i conti dell'Italia, la parola andrà al popolo. Il ministro per gli Affari europei Paolo Savona mette in guardia le istituzioni europee. Non è giusto bocciare il Def del governo gialloverde. «Il programma di Governo è moderato, con tutte le cautele necessarie». Il ministro fa l'esempio della verifica «ogni tre mesi» sullo stato dei conti pubblici. Poi, nel corso di un incontro con la stampa estera, critica gli «uomini di Bruxelles che senza leggere la manovra e il programma hanno letto solo il 2,4%». Un livello di deficit che, spiega Savona, è «il minimo necessario per muoversi nella nostra direzione di cautela». Se gli stessi uomini di Bruxelles si «metteranno in conflitto» con l'Italia «non so» cosa succederà. «Deciderà il popolo - prevede -. A quel punto mi metterò da parte, perché allora avrò le mie responsabilità. Cercherò di fare il possibile perché ciò non accada, io mi batterò e ci proverò». Le parole di Savona sono arrivate durante una giornata difficile per l'Italia. I mercati finanziari hanno scontato il no di Bruxelles ai conti del governo Conte.

Per il ministro il problema non sono le scelte del governo italiano, ma l'Unione europea che in una situazione di crisi generalizzata e con una politica monetaria che diventa meno espansiva, «mette il pilota automatico» sulle regole applicate alla finanza pubblica degli stati membri.

Ma ieri era anche la giornata della missione europea del presidente della Camera Roberto Fico. È l'esito è stato di segno opposto rispetto alla conferenza stampa di Savona. L'esponente del Movimento 5 stelle è andato a Bruxelles e ha incontrato il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, proponendosi di fatto come mediatore tra la maggioranza M5s/Lega e le istituzioni europee che dovranno giudicare i conti italiani. «Si sente l'esigenza di abbassare i toni generali», ha detto al termine del facci a faccia con il commissario che nei giorni scorsi aveva parlato di «piccoli Mussolini» riferendosi all'Italia. «L'incontro è stato senza dubbio costruttivo», ha sottolineato Fico: «Non c'è nessun motivo da parte della Commissione di andare contro qualcosa o qualcuno, ma di elaborare insieme la strada migliore sulla manovra».

Lo stesso esponente socialista francese ha parlato di una «discussione positiva con Roberto Fico: apprezzabile discorso pro-europeo». Poi ha annunciato una visita in Italia, non per incontrare il governo, ma per un seminario dell'Aspen.

Oggi iniziano gli esami per il Def. Sono in programma le prime audizioni sulla Nota di Aggiornamento varata il 27 settembre dal governo. Inizierà il ministro dell'Economia Giovanni Tria alle commissioni bilancio di Camera e Senato, poi Banca d'Italia, Istat e Corte dei conti.

In serata toccherà al presidente dell'Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro, che dovrà rendere noto l'esito della validazione del nuovo quadro programmatico dei conti. E non è escluso che l'Upb non validi le previsioni del governo. Si tratterebbe di un altro colpo alla Legge di Bilancio del governo. Il giudizio dell'ufficio di bilancio ha un peso notevole anche a Bruxelles. La Commissione europea è già orientata a non accettare il deficit al 2,4%.

Se l'Upb dovesse bocciare anche le previsioni di crescita che il governo ha inserito nel Def, si aprirebbe un altro fronte per l'esecutivo.

Con effetti tutti da verificare sui mercati, che sono sempre più sensibili alle novità che arrivano dall'Italia.

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