Radical chic

Lo schiaffo alle femministe chic: le donne votano Lega

Un sondaggio di Ipsos rivela: la Lega ha più consenso femminile che maschile. Brutto colpo per le femministe radical chic

Lo schiaffo alle femministe chic: le donne votano Lega

Forse non v’era neppure il bisogno di un sondaggio per certificare lo scollamento tra la realtà, o meglio la ggente, e le femministe nostrane un po’ radical chic. Ma adesso quel numero esiste, benché nessuno - a partire dal Corriere che l’ha pubblicato - se ne sia reso conto. Mentre i media, gli avversari politici e il coro politcamente corretto unanime definisce la Lega come un partito misogino, puzzone e retrogrado, le donne (sì le donne) scelgono di votarlo. Il Carroccio risulta essere il partito più votato dalle elettrici in rosa: signore e signorine scelgono la felpa di Salvini. Possibile? A quanto pare sì. I numeri di Ipsos parlano chiaro: tra i maschietti svetta il Pd, col 22,5% dei consensi androgini, rincorrono Fdi (21,5%) e Lega (19,5%). Nel settore femminile, invece, i voti si ribaltano: l’attrazione rosa per Salvini sale al 20,6% (soprattutto tra le casalinghe), un dato decisamente superiore a quel 19,1% dei dem.

Il sondaggio dimostra due cose. Primo: che il modo in cui i media rappresentano la politica spesso non trova aderenza col comune sentire degli elettori. E forse non è una sorpresa. Secondo: che il corpo elettorale femminile non è composto da un ammasso di Michelə Murgiə o di Laurə Boldrinə. Decade così la narrazione di Pd, intellettuali e sinistra tutta sulla Lega contraria ai diritti delle donne. Vecchia storia. Già nel 2019 Alessia Rotta, deputata dem, mise alla gogna "il volto misogino" del Carroccio. Qualcuno l’anno dopo scrisse che “quello che ai vertici della Lega interessa non è l’emancipazione femminile”. E vari esponenti leghisti, ogni tre per due, si vedono calare addosso la solita accusa di medievalismo anti-femminile.

Eppure? Eppure le donne votano Lega. Neppure la bambola gonfiabile portata da Salvini sul palco di un comizio ne ha evidentemente intaccato la decisione. Né, tantomeno, deve aver fatto breccia l’allarme lanciato un annetto fa dall’ex presidente dalla Camera Boldrini, convinta che “in questo Paese il sessismo non è mai stato preso sul serio”. Se fosse vero che la Lega è solita mettere "alla gogna” le avversarie politiche e che i leghisti non fanno politica ma "misoginia", come sosteneva Boldrini, beh: allora ci dovremmo attendere un voto in massa delle elettrici per Letta&co. Tutte felici e contente a barrare il simbolo del Pd. Invece a quanto pare nel segreto dell’urna le italiane se ne infischiano delle quote rosa, della declinazione al femminile delle parole, delle star che rifiutano l’invito in tv perché non v’è parità di genere negli ospiti. Rigettano insomma il femminismo radical fatto di cancel culture, perbenismo e politicamente corretto. Boldrini vuol cancellare i proverbi maschilisti? Chissenefrega. Evidentemente, quel che conta è altro: i conti a fine mese, le tasse, il congedo parentale, i problemi quotidiani, la disoccupazione, il futuro dei figli.

Meno lotte per l'Iva sugli assorbenti e più concretezza: del colto dibattito sulla possibilità che “brava” o “bella” possano essere considerati degli insulti, a quanto pare, le donne se ne infischiano.

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