Schillaci revoca l'isolamento di cinque giorni. "Nessuno lo fa"

Ce n'eravamo quasi dimenticati. E, a dirla tutta, nessuno lo rispetta più da tempo

Schillaci revoca l'isolamento di cinque giorni. "Nessuno lo fa"
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Ce n'eravamo quasi dimenticati. E, a dirla tutta, nessuno lo rispetta più da tempo. Ma l'isolamento di 5 giorni per chi è positivo al Covid esiste ancora. Ormai solo sulla carta ma esiste. «Adesso penso lo toglieremo, ma di fatto credo sia ampiamente inapplicato» annuncia il ministro della Salute Orazio Schillaci. E quando la decisione sarà ufficiale, allora si potrà dire una volta di più che ci siamo liberati del Covid, o meglio, che ci conviviamo.

Finalmente d'accordo (anche fra loro) gli infettivologi. «Bene la scelta di levare del tutto l'obbligo di isolamento per i positivi - commenta Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova - La normativa attuale discrimina fra chi fa tampone ufficiale e chi fa il test a casa. Siamo rimasti l'ultimo paese in Europa ad avere l'obbligo per legge. L'isolamento va fatto quando e se lo decide il medico che ha in cura il malato, non va imposto per legge».

«Sappiamo bene - ha aggiunto l'infettivologo - che in realtà l'isolamento per i positivi non viene applicato quasi più. Ma poiché alcuni più rigorosi scelgono di farlo per non evadere la legge, questo comporta danni a livello turistico. Il Covid ormai è diventato una malattia come tante altre e va gestita dal medico, non dalla legge sulla base di un tampone». Al contrario, conclude Bassetti, professore all'Università di Genova, «l'obbligo dell'uso della mascherine nei reparti ospedalieri che ospitano pazienti fragili è sacrosanto e deve restare come eredità della pandemia, a prescindere dal Covid. Perché difende persone con difese immunitarie molto deboli da qualsiasi virus e batterio».

«Le norme sull'isolamento e l'uso della mascherina sono solo regole di buon senso.

Ma ormai nessuno sembra interessato a contrastare i rischi pandemici - interviene Walter Ricciardi, docente di Igiene all'Università Cattolica di Roma - L'attenzione si riaccenderà solo se ci saranno altre emergenze. L'atteggiamento tipico è quello di panico nel momento della crisi a cui segue la dimenticanza dopo, quando le misure adottate hanno avuto effetti. È scoraggiante ma è così».

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