Sulla Luna ci siamo stati, i dinosauri sono esistiti, il nostro pianeta è sferico. Certo, non è necessario ribadirlo, ma a quanto pare bisogna ripeterlo. Perché se cerchiamo Flat Earth, terra piatta o terrapiattisti, si apre un mondo fatto di Facebook, siti internet e condivisioni. Le ricerche di Google per «terra piatta» sono cresciute parecchio negli ultimi cinque anni. Le comunità di terrapiattisti, ovvero persone convinte che la Terra sia piatta, stanno aumentando. E nel marasma dell'informazione online, esistono anche divertenti pagine satiriche che prendono in giro chi ci crede davvero.
Le immagini dallo spazio? Ologrammi. In un documentario Netflix che si intitola La terra è piatta, appaiono Mark Sagent, il re del movimento terrapiattista americano e Nathan Thompson, un evangelista del movimento. Il primo dichiara che Flat Earth è un «movimento anti-intellettuale in crescita», il secondo dice che «ci nascondono la verità perché non vogliono che nessuno sappia niente». Comunque, esistono anche grandi raduni di Flat Earther: una grande conferenza si è tenuta a Raleigh, nel North Carolina, nel 2017; un'altra lo scorso anno a Denver, in Colorado. Non si sa quanti guru credano davvero a quello che dicono. Alcuni si inventano terrapiattisti per divertirsi un po', altri lo fanno per vendere e trovano un pubblico disposto a fidarsi e a spendere. I gadget vendono, i libri pure, le conferenze sono affollate. Il problema, però, è che c'è davvero della gente che crede a ciò che i guru si inventano.
Ad ogni modo, i terrapiattisti sono profondamente complottisti. Oltre alla storia della Terra piatta, credono ad altre cose: teorie alternative sull'evoluzione, «l'11 settembre è una messinscena», «i dinosauri non sono mai esistiti», «la Nasa mente», i «vaccini fanno male», le «scie chimiche ci avvelenano» e tante altre bislacche teorie. Parte del merito della diffusione di queste storie è attribuibile alle condivisioni su YouTube. A dirlo è la Dottoressa Asheley Landrum, che ha guidato una ricerca alla Texas Tech University e ha presentato i suoi risultati all'incontro annuale dell'American Association for the Advancement of Science a Washington. La Landrum, che studia come i valori culturali influenzano la comprensione umana della scienza, ha provato a capire il fenomeno e ha condotto interviste con 30 persone che credono alla teoria della terra piatta. Le conversazioni hanno rivelato cosa ha portato queste persone a credere che la Terra non sia una grande roccia circolare, ma un grande disco. Tutte le 30 persone, tranne una, hanno dichiarato che due anni fa non sapevano nulla e che hanno cambiato atteggiamento dopo aver visto su YouTube video che promuovevano la teoria della Terra piatta. La maggior parte delle persone sentite, inoltre, ha guardato video su altre cospirazioni.
Secondo la Landrum, «200 prove, la Terra non è una palla che gira» è uno dei video più popolari sul fenomeno. E pare che sia un filmato efficace poiché affronta le cose in un modo che attira diverse categorie di persone, da interessati ai misteri biblici, a teorici della cospirazione, fino a persone con un'inclinazione più scientifica.
La ricercatrice non pensa che YouTube stia facendo qualcosa di apertamente sbagliato, ma ha ammesso che se la piattaforma vuole aiutare le persone ad avere più consapevolezza, potrebbe scegliere di modificare i suoi algoritmi. «Ci sono molte informazioni utili su YouTube ma anche molte informazioni errate», ha detto Landrum, che ha invitato gli stessi scienziati a contrastarle usando lo stesso canale per fornire una comunicazione scientificamente corretta.
Ricordiamo che la stessa Youtube aveva condiviso delle nuove linee guida che dovrebbero essere attive da gennaio 2019: «Inizieremo a ridurre» contenuti «che potrebbero
disinformare gli utenti in modi dannosi - come i video che promuovono una falsa cura miracolosa per una grave malattia, tesi sulla che terra è piatta o con affermazioni palesemente false sugli eventi storici come l'11 settembre».
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