Scontro su «Rosso Istria» in Rai Partigiani divisi: è propaganda

Il film sulle vittime di Tito. Gasparri: «Giusto ricordo»

Sabrina Cottone

Sono trascorsi settantacinque anni dalla morte di Norma Cossetto, studentessa italiana d'Istria barbaramente uccisa e gettata in una foiba dai partigiani di Tito nell'ottobre del 1943. Nel 2005 è arrivata anche la medaglia d'oro al merito civile dall'allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Eppure è capace di suscitare ancora polemiche «Red Land. Rosso Istria», il film che racconta la tragedia delle foibe attraverso la vita di Norma, e che arriva su Rai3 in prima serata l'8 febbraio, alla vigilia della Festa del Ricordo, che cade il 10 febbraio.

È Antonio Amoretti, 92 anni, presidente dell'Anpi (l'Associazione Nazionale Partigiani) di Napoli, uno degli eroi delle Quattro Giornate partenopee, a bocciare la messa in onda del film (che è anche stato presentato all'ultimo Festival del Cinema di Venezia), definendolo «un'iniziativa propagandistica del governo gialloverde». Una posizione che ha diviso le associazioni partigiane in Italia: no assoluto da Venezia, apertura da Padova. «Ho perplessità ma lo vedrò» ha detto il presidente dell'Anpi patavina. Indignata invece Anna Cocchi, dell'Anpi di Bologna: «È giusto che venga trasmesso questo film, perché le verità vanno dette tutte. Laddove sono stati commessi errori vanno denunciati».

A rivendicare con orgoglio la battaglia per «Rosso Istria» in prima serata è il senatore di Fi, Maurizio Gasparri, membro della commissione di vigilanza Rai: «Sono lieto di avere svolto un ruolo decisivo per richiamare il servizio pubblico al dovere del ricordo. Se per l'Anpi è una colpa, per me è un merito».

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