Se il Grande fratello è scemo e pasticcione

La lista Falciani lo dimostra: tanta gente messa alla gogna ma quasi nessuno è un evasore. Ecco perché il terrorismo fiscale non serve. Gli esperti: "Meglio accertamenti mirati"

Se il Grande fratello è scemo e pasticcione

È la lista dei dannati. Quelli che Giotto avrebbe relegato fra i ghiacci degli inferi e Dante in uno degli ultimi gironi. I traditori. I vigliacchi. Gli evasori. Il Grande fratello fa le cose in grande e consegna al fisco italiano una lista chilometrica, comprendente la bellezza di 7499 nominativi. Tutti additati a furor di popolo come nemici della patria. Peccato che il Grande fratello sia un po' approssimativo, un po' confuso, un po' pasticcione. Anzi, molto pasticcione. Per dirla tutta ha fatto solo un gran polverone. Herve Falciani, l'impiegato che ha trafugato gli elenchi della filiale ginevrina della banca Hsbc, ci regala emozioni, indignazione e rabbia in dosi industriali, ma quel che invece ha ceduto agli investigatori è una guida inservibile. Un ferrovecchio buono solo per le suggestioni. «Questa storia della lista Falciani – racconta al Giornale un ufficiale della Guardia di finanza - è una bufala bella e buona. Tanto per cominciare l'elenco è vecchio, datato e risale al 2007, poi siamo riusciti a identificare solo un terzo circa dei nominativi, molti hanno negato ed è difficile trovare riscontri se alcuni paesi, da Lussemburgo alle Isole del Canale, non collaborano. E poi ci sono quelli che avevano un motivo più valido per tenere i capitali in Svizzera e ancora quelli che hanno utilizzato a suo tempo lo scudo per riportare i soldi in Italia».

Risultato: smaltito il voyeurismo collettivo ci si ritrova con un pugno di mosche in mano. Il Grande fratello non ne ha azzeccata una e si becca smentite a raffica. Protesta Pippo Civati, il deputato della minoranza Pd, risucchiato nello scandalo dalle rivelazioni dell' Espresso : «Quel conto non ha mai superato i 10 mila euro e si è estinto nel 2011». Si giustifica anche Tiziana Stracquadanio, sorella dello scomparso deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio: «La cifra», a quanto pare vicina ai 10 milioni di dollari, «è il frutto di un'eredità legata a mia madre – spiega al Corriere della Sera – e non c'entra niente con l'attività politica di mio fratello». E invece tutti hanno pensato a chissà quali maneggi, affari obliqui o pagamenti sottobanco per accordi indicibili.

Il Grande fratello non distingue e fotografa invece un Paese popolato da evasori ben mimetizzati che l'abilissimo Falciani, nostro angelo vendicatore, ha smascherato e buttato alla gogna. Fosse così e invece ci tocca collezionare precisazioni, rettifiche, annunci di denunce. Eleonora Gardini, figlia di Raul, ci fa sapere che lo scoop è la scoperta dell'acqua calda: «La mia posizione è già stata vagliata dalla Guardia di finanza fra il settembre e il dicembre del 2010 e nessun rilievo mi è stato mosso, come si ricava dal verbale del 10 dicembre 2010». Caso chiuso, dunque, e riaperto a scoppio ritardato solo per il compiacimento onanistico di un popolo di lettori-guardoni. Idem per Davide Serra, il finanziere amico di Renzi con quartier generale nella City di Londra e per Flavio Briatore che però è meno diplomatico nei toni e anzi lancia una dichiarazione di guerra: «Mi sento sputtananto perché sono all'estero da vent'anni con la mia famiglia, vivo all'estero, ho i conti all'estero. Io non sono un evasore e allora querelo tutti dalla A alla Z: giornali, giornalisti, imitatori».

Si, il listone è un flop, una fregatura, una truffa alla Totò. Forse ad inseguire lenzuolate di presunti furbastri con il portafoglio nei caveau esotici si finisce per favorire i veri ladri di imposte, i grandi fuggiaschi, gli sconosciuti dai conti milionari. «Non è con le liste – conclude l'ufficiale delle Fiamme gialle – tantomeno con le liste rubate come quella di Falciani che si fa la lotta agli evasori». Ci vorrebbero controlli selettivi, accertamenti mirati, più investigazione ad alto tasso di specializzazione e meno fumo. Meno chiacchiere e meno blitz, in stile Cortina a Capodanno.

Ma i moralisti non demordono, chiedono provvedimenti

esemplari e pugno di ferro per combattere contro quelli che sottraggono ricchezza all'Italia. E poi pene più alte, carcere e manette a raffica. Uno spot triste che avvelena l'Italia e non porterà un euro nelle casse dello Stato.

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