Se lasci la tua pagina in eredità su Facebook diventi immortale

Da oggi sul sito puoi fare «testamento digitale», indicando chi gestirà le tue memorie. Sempre più spesso si usa il web per ricordare il caro estinto

Resistere alla tentazione di usare Facebook per parlare ai morti è difficile, quasi impossibile. Nelle tragedie che conquistano i lettori di cronaca nera, se la velocità delle indagini fosse pari a quella con cui migliaia di persone corrono a lasciare messaggi di cordoglio sul web per le vittime, non esisterebbero casi irrisolti. Ma non c'è bisogno di scomodare i cari estinti di fama. Succede lo stesso anche nelle piccole morti, quelle il cui dolore coinvolge solo il normale cerchio di amicizie e parentele che riempie la vita.

Le pagine Facebook di chi se ne va, restano. E continuano a vivere e a riempirsi di messaggi e ricordi di amici, causando in chi resta un miscuglio di emozioni. La soddisfazione di sapere amata la persona che scompare si mescola al dolore e alla nostalgia. Mark Zuckerberg, l'inventore di questa evanescente patria da un miliardo di anime, ha capito perfettamente quanto valga questo pianeta virtuale dove le scie telematiche dei vivi convivono sempre più con quelle dei Walking dead del web. E ha deciso di rendere più lieve il «trapasso» dalla vita vera a quella virtuale. Agli utenti, per ora solo negli Usa, ha dato la possibilità di attivare la funzione «legacy contact», un testamento in cui si indica a quale «amico» (su Facebook lo è chiunque abbia una relazione di qualche tipo con noi) lasceremo in eredità le nostre spoglie elettroniche, ovvero la pagina di Facebook. Basta «spuntare» l'apposita casella e scegliere la persona, che riceverà un formalissimo messaggio e potrà essere autorizzato a pubblicare frasi e foto sul profilo dell'«amico» scomparso, rispondere a chi gli lascia un pensiero, eventualmente anche scaricare contenuti, se l'utente lo ha autorizzato. Dettaglio non trascurabile, l'eredità del web si accetta da vivi e non dopo la morte dell'interessato, come quella composta di beni materiali. In fondo è una soluzione razionale, comoda e pulita a un problema che oggi può apparire trascurabile, ma che può diventare un'ennesima sottile angoscia per i parenti del caro estinto.

Il problema del resto si era posto anche per il lascito di brani, film e libri acquistati su iTunes. La dittatura delle password è più ferrea di quella degli atti notarili: se non si è hacker o non si è in possesso delle chiavi d'accesso al nostro bagaglio digitale, si rischia di perdere tutto. O, forse peggio, di creare un microcosmo autonomo, che sopravvive nell'anarchia.

L'attenzione di Zuckerberg per l'aldilà telematico è confermata da un episodio minimo fatto trapelare pochi giorni fa. Lo scorso 20 febbraio è morta «Oma Ella», la più anziana utente di Facebook, con i suoi 105 anni e Zuckerberg e consorte hanno fatto pubblicare un necrologio sul giornale locale, in Baviera. Non è difficile capire perché il giovane tycoon sia così interessato alla questione. Facebook, come tutto il mondo di internet, si regge sulla mole del suo traffico di dati e persone. La pagina data in eredità consentirà di moltiplicare il numero degli utenti che, con questo sistema, potrebbero paradossalmente superare il totale dei viventi.

Ed è in fondo altrettanto logico il nostro interesse per questo fenomeno. Nessun ricordo o diario sarà mai ricco di dettagli quanto certe pagine Facebook. Per chi è molto attivo, la pagina conserverà tutto di noi: affetti, interessi politici e religiosi, foto, pensieri, dialoghi con gli amici e i conoscenti. In pratica, con il «legacy contact», Facebook ci regala la forma più economica e accessibile di immortalità: quella digitale. Non per niente, tra le frasi più incise sui muri di Facebook c'è «continuerai a vivere nei nostri cuori». E il computer diventa così un'estensione del cuore.

Pensieri sicuramente presenti nella mente del popolo di Facebook, abbandonato dai giovani (anche perché i genitori lo usavano per controllarli). La fascia over 56 è quella che ha avuto la maggior crescita di utenti di recente. Ma attenzione. L'immortalità di Facebook potrebbe essere davvero volatile. Parola di Vint Cerf, una delle menti di Google, che consiglia di fare copie su carta delle nostre memorie.

Le tecnologie si evolvono così in fretta che il cellulare di oggi domani potrebbe diventare un pezzo di plastica e metallo inaccessibile. Un amaro finale per le tracce della nostra esistenza accumulate nella sua memoria.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica