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D'Annunzio, Sciaboletta e gli eroi mini: meglio misurare l'altezza della fronte

Fissare un limite di altezza per il servizio militare va contro la storia e il buon senso

Gabriele D'Annunzio parla ai Legionari a Fiume: era il 18 ottobre del 1920
Gabriele D'Annunzio parla ai Legionari a Fiume: era il 18 ottobre del 1920

I richiami a «Sciaboletta» si sprecheranno, in questi giorni. Com'è notissimo, più di un secolo fa venne abbassato il limite di statura necessario per indossare la divisa, pur di permettere di fare il soldato al futuro e piccolo re Vittorio Emanuele III. Visti gli esiti (il re aveva formalmente il comando delle Forze armate anche l'8 settembre 1943), sarebbe stato meglio l'avessero riformato e basta.

Facciamo allora un altro esempio, meno noto. Gabriele d'Annunzio – tre medaglie d'argento, una d'oro, svariate decorazioni per imprese di guerra – dovette dichiarare il falso per essere arruolato. Era alto 1,58, si inventò cinque centimetri in più e nessuno stette lì a misurarlo: per fortuna, visto che il «poeta-soldato» diventò in tutto il mondo il simbolo e il prototipo, invidiato da tutti gli eserciti, dell'audacia guerriera italiana.

Ma poi, via, anche senza fare tanti esempi, fissare un limite di altezza per il servizio militare va contro la storia e il buon senso. La storia ci dice che stiamo superando – e ci sono voluti decenni di lavoro – pregiudizi e divieti per ogni tipo di handicap, pur di rendere i «diversi», «diversamente uguali». E non si tratta soltanto di giochetti di parole – come chiamare un cieco non vedente – ma di mettere ognuno nelle condizioni di fare il meglio che la sua condizione gli consente. Oggi che la guerra non è più fatta di tanti e furibondi scontri corpo a corpo all'arma bianca, un piccolissimo può guidare bene, e forse meglio, un caccia o un carro armato. E se, per bizza, gli venisse l'uzzolo di fare il corazziere, basterà un regolamento interno per impedirglielo.

Ai vertici delle Forze armate ci sono, e ci sono state, delle opposizioni sull'abbassamento dei limiti di altezza. Immagino che sia una questione di forma, ed è comprensibile, visto che nella vita militare la forma è - per definizione – anche sostanza. Ma, anche in questo caso, basterà un regolamento interno per impedire alle botti piccole di sfilare in parata rovinando l'effetto marziale: se l'effetto esige prestanza, la marzialità - ovvero la capacità guerriera - quasi mai.

Quanto al buon senso, conosco una ragazza intelligentissima che non ha potuto essere arruolata perché le mancano due centimetri, e al suo posto è stato magari preso un bischero che la supera di tre dita. Bell'affare, meglio misurare l'altezza della fronte.

Twitter: @GBGuerri

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