Selfie, applausi e foto ricordo A Malta accoglienza da leader

L'ex premier ai colleghi europei: "Farò il federatore dei moderati, con la mia presenza vinciamo sicuro"

Selfie, applausi e foto ricordo A Malta accoglienza da leader

La Valletta (Malta) - Berlusconi attraversa la hall dell'Intercontinental di Malta, dove si svolge il Congresso del Ppe, e viene accolto da rockstar: selfie, applausi, mani strette a destra e a manca. Sul palco parlano i capi di Stato e di governo della grande famiglia dei Popolari ma i riflettori sono tutti per il Cavaliere. «No, non parlo - risponde però a un suo tifoso - Voglio aspettare la piena riabilitazione da Strasburgo. Mi hanno fatto una cosa...». E rotea la mano destra come a dire che «l'ingiustizia subita è davvero grande». Ma se non parla ufficialmente, dietro le quinte l'ex premier è un fiume in piena.

È preoccupato per l'Europa e non lo nasconde: «La Brexit? Per me è stato un grande dolore perché per l'Europa era importante avere l'Inghilterra come membro stabile. Ma dobbiamo accettare quello che hanno deciso gli inglesi. L'importante, però, è che l'Europa resti unita». È quello che dirà a tutti gli altri leader popolari più tardi: sia nei bilaterali sia al pranzo comune. «Dirò loro - confessa ai cronisti - che la situazione italiana, purtroppo, mi obbliga per senso di responsabilità a essere ancora in campo come federatore dei moderati». Lui argine dei populismi perché «come dicono tutti i sondaggi, con la mia presenza Forza Italia potrebbe valere 10-15% in più rispetto ad ora. E quindi la coalizione dei moderati potrebbe vincere le elezioni, superare il 40 per cento, e tornare al governo». Al posto di Grillo, oggi vero euroincubo. Il nemico è il Movimento 5 Stelle: «Non danno alcuna risposta vera ai problemi della gente e hanno dimostrato in diverse città di non saper governare». Le larghe intese non sono contemplate: «Corriamo per vincere e con me in campo vinciamo di sicuro».

Ecco che Forza Italia torna ad essere perno per la stabilità europea: «Possiamo ottenere il premio di governabilità, sempre che sulla legge elettorale si pensi di spostare il premio alle coalizioni anziché alla lista».

Il Cavaliere ascolta gli altri interventi con attenzione, Tajani lo chiama in causa come «leader che può garantire la stabilità». Applausi. Al termine della plenaria l'ex premier sale pure sul palco per salutare gli altri leader, con tanto di stretta di mano alla Merkel: «Ci vediamo dopo...». Il Cavaliere è in forma e, al solito, ottimista: lo punzecchiano sul fatto che Salvini fa la voce grossa dicendo che chi sta con la Merkel non sta con lui. Problemi? Macché: «Nella maniera più assoluta. C'era un programma che avevo già sottoposto agli italiani che non erano andati a votare per una valutazione. E siamo riusciti a convincere il 70% di loro. Il programma l'avevo sottoposto a Salvini e Meloni e lo avevano trovato soddisfacente tranne due punti: la Meloni voleva dare più visibilità ai giovani; è rimasta la discussione sull'euro con il capo della Lega. È l'unico punto su cui bisognerà ritornare».

E non spaventa neppure il presunto appoggio di Putin a Lega e 5 Stelle: «Conosco bene Putin ed escludo che possa interferire, sostenendo i populisti».

Nemmeno se lo paventano gli States? Berlusconi scuote la testa: «A Pratica di mare avevo fatto finire la Guerra fredda; tornare alla Guerra fredda sarebbe assurdo». Il summit si conclude così: Berlusconi inseguito dai cronisti e, a due passi da lui, l'ex delfino Alfano. I due si sfiorano appena.

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