Serve un supplemento di "pena": adesso faccia almeno il nonno

"Ho denunciato mio padre per essersi rifiutato di considerarmi suo figlio", racconta l'uomo di 45 anni che ha voluto - tardivamente punire il padre

Serve un supplemento di "pena": adesso faccia almeno il nonno

«Ho denunciato mio padre per essersi rifiutato di considerarmi suo figlio», racconta l'uomo di 45 anni che ha voluto - tardivamente punire il padre. Vivevano entrambi in un paesino della Basilicata e si incrociavano per strada quasi tutti i giorni: «Mi aspettavo da lui una carezza, un abbraccio, un bacio. Un segno d'affetto e d'amore». Niente: il padre faceva finta di non vederlo, di non conoscerlo, continuava imperterrito la sua vita di comandante dei vigili urbani. «Ho deciso di citarlo in tribunale civile per fargli capire quanto dolore mi ha procurato quel suo atteggiamento di rifiuto».

Volendo pensare male, può sembrare soltanto una vendetta fuori tempo massimo o peggio un modo per incassare un po' di denaro. Non lo voglio credere, perché quell'ex bambino adesso è padre a sua volta. Quando si diventa genitore cambia credo a tutti la percezione dei propri, vivi o morti che siano. Ci si rende conto di colpo dell'immenso amore che ti hanno dato, delle cure, delle attenzioni, di quelli che poi magari ti rinfacciavano come «sacrifici», e finalmente capisci che sacrifici lo erano davvero: della loro energia, del loro tempo, della loro vita, non soltanto del loro denaro, come credevi. Pensi, quando hai fra le braccia un figlio tuo, che anche tuo padre ti guardava con gli stessi occhi adoranti che hai tu adesso; che ti portava di certo a cavalluccio, anche se non lo ricordi; che ti ha insegnato a calciare il pallone e a reagire alle offese; pensi addirittura con dolcezza, senza imbarazzo a quante volte ti ha pulito il culo sul water, proprio come stai facendo tu adesso, mimetizzando in un sorriso l'immenso fetore che fa la cacca dei bambini. Tutto ciò al quarantacinquenne lucano è mancato, per qualche motivo che non vogliamo neppure sapere, tanto non sarebbe sufficiente a giustificare il male fatto al bambino, e poi all'adolescente e infine all'uomo figlio suo.

Disorienta, piuttosto la cifra fissata dal tribunale per il risarcimento. Ventimila euro sono certamente tanti, per il reddito di un vigile urbano che ormai dovrebbe essere in pensione.

Ma sono anche una cifra ridicola, rispetto a quanto ha tolto a suo figlio, anche come sostegno economico. Signor giudice, non si può dare un supplemento di pena? Che almeno faccia il nonno, e il nonno esemplare, se suo figlio lo perdona.

@GBGuerri

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