La sfida Clinton-Trump si decide al fotofinish Tutti in coda per votare

I sondaggi danno i candidati testa a testa Elenchi elettorali, oggi il «registration day»

A sei settimane dall'Election Day, la strada verso il rinnovo della Casa Bianca è sempre più incerta. Mentre Hillary Clinton e Donald Trump incrociano le sciabole nel corso del primo duello tv alla Hofstra University di Long Island, i sondaggi mostrano che i due sono testa a livello nazionale. Secondo il sito specializzato RealClearPolitics, che fa la media di tutte le principali rilevazioni, la candidata democratica è in vantaggio di appena 2,1 punti con il 45,9% delle preferenze, contro il 43,8% del rivale repubblicano. Se però tra le scelte vengono inclusi anche i candidati del partito libertario Gary Johnson, e dei verdi Jill Stein, la forbice si restringe ancora, e l'ex first lady rimane avanti solo di 1,5 punti (42,6% contro 41,1%).

Ma la distanza tra Trump e Clinton si è accorciata molto anche in diversi stati chiave. Per esempio, come mostra una proiezione di Cnn e Orc, in Pennsylvania, dove Hillary è al 45% e il tycoon al 44%. Oppure in Colorado, dove è lui a condurre con il 42% contro il 41% dell'avversaria dem. La rimonta di Trump sta allargando la mappa degli «swing states», e così la Clinton non può più concentrare soldi ed energie solo su pochi stati chiave per raggiungere il numero magico dei 270 voti elettorali. Alcuni osservatori fanno notare che nelle ultime sei elezioni i candidati presidenziali democratici hanno conquistato 18 stati Usa, i quali uniti al District of Columbia, dove si trova la capitale Washington DC, porterebbero un totale di 242 voti elettorali, mentre i repubblicani nelle ultime sei elezioni ne hanno conquistati almeno 13, con 102 voti elettorali. Se l'ex segretario di stato riuscirà a conquistare i 18 stati che ogni democratico ha vinto dal 1992 e DC, per diventare presidente le basterebbe sconfiggere il rivale in Florida (con i suoi 29 voti elettorali), oppure in Ohio (18 voti) e Virginia (13 voti). Per avere la possibilità di entrare alla Casa Bianca dall'ingresso principale, invece, Trump deve assolutamente mantenere i 206 voti elettorali che Mitt Romney ha ottenuto nel 2012. Un compito non facilissimo visto che in North Carolina, Arizona, Georgia e Missouri, quattro anni fa a favore di Romney, ora i due candidati sono molto vicini. In caso riuscisse nell'impresa, The Donald avrebbe tre percorsi (realisticamente) da percorrere: il primo sarebbe quello di vincere la Pennsylvania, dal 1992 sempre conquistata dal nominato dell'Asinello, ma dove ora i due sono testa a testa. Nel secondo vincere Ohio, Florida, Nevada, Iowa, e poi Virginia, stato in bilico nelle ultime due elezioni, o Colorado, «swing state» da molto più a lungo. L'ultima strada sarebbe vincere Ohio, Florida, Nevada, Iowa e New Hampshire, per arrivare a 269 voti pari con la Clinton, e passare la palla alla Camera dei Rappresentanti dove ogni stato avrebbe un solo voto.

Intanto, oggi, negli Usa è il «National Registration day», la giornata nazionale per registrarsi agli elenchi elettorali, un processo fondamentale delle elezioni americane, che spesso però si rivela complicato. In programma centinaia di eventi in tutto il Paese e pure il web sta cercando di fare la sua parte. Google, ad esempio, ha creato un doodle ad hoc grazie al quale si viene reindirizzati ad una guida con le indicazioni su come iscriversi stato per stato. E lo stesso nei giorni scorsi faceva Facebook.

Gli elettori possono registrarsi - come repubblicani, democratici o indipendenti - online, ma anche via posta, ritirando l'apposito modulo. Oppure di persona, presso l'ufficio elettorale della contea, dove si può anche controllare il proprio status, e se le informazioni personali sono corrette ed aggiornate.

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