Si sgretola la Rai renziana: ora trema Campo Dall'Orto

Si è dimesso Verdelli, ma il piano bocciato era del dg. Dalla Lega al Pd: deve andarsene

Si sgretola la Rai renziana: ora trema Campo Dall'Orto

Roma - A un anno e mezzo dall'inizio del mandato di Antonio Campo Dall'Orto la sensazione di caos regna a Viale Mazzini. La bocciatura del piano sull'informazione Rai da parte del cda, con le conseguenti dimissioni del responsabile dell'Offerta formativa, Carlo Verdelli, ricade inevitabilmente e fragorosamente sul direttore generale. L'impressione diffusa in azienda e nei palazzi è che nel mirino ci sia soprattutto lui, l'ex manager di Mtv e La7 e assiduo frequentatore della Leopolda. Difficile, d'altra parte, separare le responsabilità di un piano la cui gestazione è stata condivisa fin dall'inizio dal direttore generale a cui Verdelli rispondeva direttamente.

L'addio di Verdelli, poi, è solo l'ultimo ostacolo di un cammino rivelatosi più che accidentato per la nuova Rai dell'era Renzi. Un cammino segnato dalle dimissioni di Francesco Merlo, dalla sfiducia della redazione al direttore di Rai Sport, Gabriele Romagnoli, la chiusura di «Politics» e la dichiarazione di non conformità per l'assunzione dei dirigenti esterni da parte dell'Anac.

La politica, così come l'Usigrai, ora è sul piede di guerra. La Lega e Fratelli d'Italia invocano le dimissioni del direttore generale. Maurizio Gasparri pretende lo smantellamento della «costosa struttura messa in piedi con esterni dal direttore generale». E anche i Dem, da Salvatore Margiotta a Francesco Verducci a Michele Anzaldi, non mancano di sconfessare l'attuale gestione del servizio pubblico.

Di certo i dirigenti Rai superstiti dovranno ora rimboccarsi le maniche. Se il direttore generale riuscirà a resistere al fuoco incrociato (ed esorcizzare la possibilità di una eventuale sfiducia del cda), dovrà correggere il piano nelle parti contestate. Campo Dall'Orto è al lavoro sul piano dopo aver avocato a sé le deleghe di Verdelli. Il Dg lavorerà con lo staff che ha coadiuvato finora Verdelli. L'11 gennaio ci sarà una riunione informale. Il nuovo schema «di discussione» dovrebbe ruotare attorno a una divisione di aree informative: digitale, di flusso (le news), generalista e per l'estero. Difficile possa realizzarsi il trasferimento del Tg2 a Milano, mentre bisognerà approfondire l'idea di un canale in lingue inglese.

Probabilmente nella struttura di coordinamento potrebbe fare il suo ingresso Antonio Di Bella, attuale direttore di Rainews. In sostanza l'erede di Verdelli potrebbe essere lui.

Se la situazione generale, invece, dovesse precipitare i nomi che circolano per il dopo-Campo Dall'Orto sono quelli di Nino Rizzo Nervo - che ha una lunga storia Rai e ottimi rapporti con Paolo Gentiloni - oppure la stessa Monica Maggioni che potrebbe essere spostata dalla presidenza alla direzione generale. Altre voci danno in corsa per la presidenza Barbara Palombelli.

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