«Siamo i primi nei teatri di guerra e nella solidarietà»

Predisposizione fisica e mentale, ma anche spirito di sacrificio: è questo che caratterizza gli uomini del San Marco. A spiegarlo il comandante del Primo Reggimento, capitano di vascello Luca Anconelli.

Comandante, come ci si sente a essere a capo di un Reggimento che è fiore all'occhiello della Marina militare?

«É un grande motivo di orgoglio, anche perché è il primo a essere nato e il primo ad aver ricevuto la bandiera di guerra».

Quali sono le peculiarità e i punti di forza del moderno San Marco?

«Sicuramente quelle di essere in grado di proiettare una forza dal mare alla terra in tempi rapidi in qualsiasi contesto, anche in teatri potenzialmente ostili. E devo dire che un grosso aiuto ci viene dalle nuove tecnologie, che ci permettono di impiegare sia a livello di efficacia che di efficienza la forza che va a terra. Possiamo fare molto bene ancora con gli AAV-7, mezzi anfibi d'assalto e con i mezzi da sbarco classici. In questo modo riusciamo a dare continuità alle operazioni».

Si va verso la consegna della nave d'assalto anfibio Trieste. Perché è importante questo nuovo mezzo?

«Prima di tutto perché avrà la possibilità di imbarcare più mezzi da sbarco, ma anche più fucilieri di Marina, elicotteri e ci darà l'opportunità di fare parte delle operazioni anfibie con l'impiego di mezzi aerei. Si tratta di una nave ad altissima tecnologia, che ha una nuovissima concezione e che logisticamente consentirà anche una migliore vita a bordo del personale».

Attualmente dove sono impiegati i fucilieri di Marina?

«Siamo appena tornati dalla missione Ippocrate in Libia, a Misurara, abbiamo personale a Gibuti, impiegato in Strade sicure nella zona pugliese, ma siamo anche su tutte le navi impegnate in operazioni».

Due dei vostri, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, da più di sette anni vivono un incubo. Siete loro vicini?

«Siamo sempre stati loro vicini e,

ovviamente, questa cosa è coronata anche dal fatto che il ministro della Difesa e il Capo di Stato Maggiore della Marina qui a Venezia hanno salutato e ricordato Max e Salvo. Non posso che associarmi a loro nella vicinanza».

ChG

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