Silurato il censore della Meloni

Non verrà rinnovato l'incarico al capo dell'ufficio anti razzismo di Palazzo Chigi. Scrisse alla leader FdI: "Modera i toni"

Silurato il censore della Meloni

Roma. L'inquisitore di Palazzo Chigi è arrivato a fine corsa. Fonti del governo ieri hanno reso noto che il segretario generale di Palazzo Chigi, Paolo Aquilanti, ha chiesto chiarimenti a Marco De Giorgi, direttore dell'Unar, l'ente antidiscriminazione che pochi giorni fa ha censurato il presidente di FdI, Giorgia Meloni, per alcune dichiarazioni sulla questione-rifugiati, invitandola a «trasmettere alla collettività messaggi di diverso tenore». Secondo quanto si apprende, il premier Matteo Renzi avrebbe espresso disappunto per la vicenda, considerando l'opinione di un parlamentare insindacabile. Anche per questo motivo, circola l'ipotesi che il mandato in scadenza di De Giorgi possa non essere rinnovato.

L'indiscrezione è circolata dopo che la stessa leader di Fratelli d'Italia aveva lamentato «il silenzio totale» del presidente del Consiglio Renzi sullo spiacevole episodio che aveva visto l'ufficio antidiscriminazione dipendente dal governo «censurare le opinioni di un italiano e di un parlamentare, tutelate dalla Costituzione». Lunedì scorso, infatti, Giorgia Meloni è stata ricevuta dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in quanto capo dello Stato e garante della Carta, ha dichiarato all'esponente FdI di considerare «una anomalia la lettera di un ufficio del governo che richiama un parlamentare per le posizioni espresse». Ieri, invece, Meloni ha reso nota la risposta del presidente della Camera, Laura Boldrini, alle proprie sollecitazioni. «A prescindere da ogni valutazione sul merito di tali dichiarazioni, non posso non concordare sull'esigenza da Lei rappresentata della massima tutela della libertà di espressione dei membri delle Camere in coerenza con il dettato costituzionale», ha scritto l'inquilina numero uno di Montecitorio. Boldrini ha aggiunto che «in una fase tanto delicata della vita politica e sociale del nostro Paese e dell'Europa a coloro che ricoprono incarichi pubblici è richiesto il massimo senso di responsabilità nell'esercizio delle proprie funzioni».

In difesa di De Giorgi è intervenuta l'Arci, associazione organica alle frange antirenziane del Pd. «Non prevalgano ancora una volta gli interessi della cattiva politica - si legge in una nota -ma quelli dei cittadini e delle istituzioni democratiche».

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