Elezioni Regionali 2015

Sinistra disunita e avvelenata. La Paita annaspa sugli sprechi

Toti all'attacco della sua sfidante: "Hanno portato la Regione allo sfascio, noi siamo l'unica proposta credibile". E lancia un progetto per il risanamento della Sanità

Sinistra disunita e avvelenata. La Paita annaspa sugli sprechi

«Le larghe intese in Liguria non esistono. L'obiettivo è di mandarli a lavorare, cosa che non hanno fatto negli ultimi 20 anni». Giovanni Toti, candidato del centrodestra per la presidenza della regione Liguria non usa giri di parole, ma va dritto al nocciolo del problema. Un nocciolo che è già andato di traverso alla sinistra disunita e avvelenata, che arriva a pezzi alla scadenza elettorale del 31 maggio. Intervistato ieri da Paolo Liguori a Fatti e Misfatti , Toti ha tratteggiato anche lo scenario prossimo con queste parole: «Noi vinceremo di sicuro con una lista unitaria perché questo rappresenta un progetto che va oltre la Liguria. È un buon metodo che dimostra che un centrodestra compatto è in grado di offrire una proposta di governo credibile. D'altra parte - ha ironizzato Toti - la possibilità di pareggio è un incubo per il centrosinistra ma per i cittadini liguri è un sogno di libertà dato che le giunte di centrosinistra hanno portato la regione allo sfascio». Poi ha «graffiato» la sua avversaria Raffaella Paita, la candidata del centrosinistra, sponsorizzata da Renzi e da Burlando, definendola «assessore alle alluvioni», visto e considerato, come è emerso anche dalla recenti indagini, che, nelle ore della massima emergenza in occasione dell'ultima disastrosa alluvione in Liguria, la Paita si trovava in giro per la regione in cerca di consensi per le primarie del suo partito. «Ora Raffaella Paita - ha rilevato Toti - fa campagna elettorale dicendo che questo diventerà il paese fiorito, ma nessuno ci crede più».

Non è un mistero, intanto che Toti stia lavorando con il massimo impegno ad un piano di risanamento e di rilancio del comparto sanità nella regione. Le cifre dello scandalo, come già denunciato dal Giornale , parlano chiaro, ma è il caso di ricordarle a Burlando e alla Paita.

Un buco di 143 milioni di euro, che già alla data del 31 dicembre 2011 doveva portare al commissariamento della Regione e che la giunta piddina ha cercato di coprire con un maldestro tentativo, smascherato dalla Corte dei Conti lanciando i «fumogeni» di 22 atti diversi in 25 mesi. Una voragine amministrativa che ha trascinato nel baratro anche 6 milioni di euro di interessi pagati alla banca Carige con il rinvio della «resa dei conti» con la stessa banca già stabilito al prossimo 30 giugno cioè dopo il responso delle urne. Un buco che il governo Renzi, davanti ai richiami della Corte dei Conti e allo spettro del commissariamento, appunto, già nel luglio del 2014 ha ignorato. E ancora, come se non bastasse, tutte le Asl della Regione Liguria in perdita, mai un anno chiuso in pareggio, indebitamento fermo attorno al miliardo di euro (come nel 2009) ma, in compenso, manovre addizionali Irap e Irpef per coprire le inefficienze. Se non basta sprechi non tagliati per 43 milioni di euro nel 2013; 464 milioni di euro di debiti verso i fornitori a fine 2013 e tempi di pagamento addirittura doppi rispetto a quelli previsti; aumento delle prestazioni da privato dell'84%, a fronte del 59% nazionale. Questa è la sanità in Liguria targata Burlando e Paita.

E a proposito di Paita ecco la voce della candidata di centrosinistra: «Quelli che mi accusano di volere le larghe intese sono gli stessi che cercano di togliere voti al Pd per farci perdere. Sono gli stessi che hanno già detto che in consiglio regionale voteranno no a qualsiasi proposta del Pd, anche se nel mio programma c'è un piano contro il dissesto, il reddito di inclusione attiva, incentivi per le assunzioni di under 29 e over 50.

Chi vorrebbe le larghe intese è la sinistra radicale, quella che se perde una battaglia lascia il partito, quella del no a prescindere, quella che è meglio Berlusconi e Salvini che il Pd e Lella Paita, quella che spera che il Pd non vinca da solo, con le sue forze».

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