In Siria aerei Usa in azione per accerchiare i tagliagole

La Casa Bianca nega un accordo con Assad. Ma l'operazione è partita appena dopo l'ok di Damasco. Ucciso negli scontri un americano che combatteva con l'Isis

In Siria aerei Usa in azione per accerchiare i tagliagole

L'America avrebbe cominciato voli di ricognizione nei cieli della Siria, per raccogliere informazioni sulle postazioni e sulle attività dello Stato islamico. A rivelarlo è stato un funzionario dell'Amministrazione americana. Il presidente Barack Obama ha infatti approvato nel weekend la nuova svolta militare, che secondo la stampa degli Stati Uniti rappresenterebbe «un passo significativo verso una diretta azione militare americana in Siria, un intervento che può alterare il campo di battaglia nella guerra civile in corso da tre anni nel Paese», come scrive il New York Times . I sorvoli, condotti da velivoli con e senza pilota, potrebbero precedere eventuali bombardamenti anche in territorio siriano, soprattutto sulla zona del confine ormai scomparso con l'Irak. Per ora, la Difesa americana prende in considerazione tutte le possibilità per fermare gli estremisti dello Stato islamico, il gruppo armato che dalle sue postazioni, rafforzate durante gli anni di guerra civile in Siria, ha sconfinato nel Nord dell'Irak, dove minaccia la sicurezza delle minoranze etniche e religiose, dai cristiani agli yazidi ai turcomanni. Nelle scorse ore il rappresentante dell'Unicef in Irak Marzio Babille ha raccolto testimonianze di profughi turcomanni in arrivo da un villaggio nel Nord del Paese - Beshir - che parlano di circa 700 persone uccise dagli uomini dello Stato islamico.

Arrivano anche altre notizie inquietanti, come quella della richiesta da parte dei miliziani dell'Isis di 6,6 milioni di dollari di riscatto per una donna americana tenuta in ostaggio insieme ad almeno altre quattro persone, tra cui Steven Sotloff, di Miami. Ancora una volta i jihadisti hanno chiesto alle autorità americane di liberare Aafia Siddiqui, neuroscienziata pachistana condannata per aver tentato di uccidere due funzionari Usa, detenuta in Texas e secondo alcuni moglie del nipote della mente di al Qaida, Khalid Sheikh Mohammed.

Gli Usa hanno iniziato l'8 agosto raid aerei sull'Irak per arginare l'avanzata dello Stato islamico, in coordinamento con le forze regolari di Bagdad e con quelle curde peshmerga. Se i bombardamenti hanno rallentato le conquiste jihadiste in Irak, in Siria in queste ore lo Stato islamico controlla un'intera provincia, quella di Raqqah - la regione dove potrebbe essere avvenuta la barbarica esecuzione del reporter Usa James Foley - e dove si trova anche una importante base aerea, ora nelle mani dei jihadisti. È probabile che in quell'area combattesse anche Douglas McAuthur McCain, il 33enne di San Diego che si era schierato con gli islamisti, ucciso negli scontri durante il fine settimana. Aveva in tasca 800 dollari e il passaporto americano.

Intanto Obama ha detto ieri ai veterani che le truppe non torneranno in Irak. Estirpare un «cancro» come quello dello Stato islamico - ha spiegato - non sarà questione facile e breve. Le ricognizioni nei cieli della Siria arrivano pochi giorni dopo le parole del capo dello Stato maggiore congiunto, il generale Martin Dempsey, secondo il quale lo Stato islamico non può essere sconfitto senza considerare «entrambi i lati di quello che è essenzialmente un confine non esistente» tra Irak e Siria. Se l'azione aerea americana in Irak avviene in coordinamento con il governo di Bagdad e con le autorità curde di Erbil, in Siria il nuovo coinvolgimento di Washington apre una situazione scomoda per l'Amministrazione Obama che, come ha scritto il New York Times , deve colpire lo Stato islamico senza però aiutare il regime di Bashar El Assad. Il governo siriano ha offerto sostegno sul proprio territorio nella lotta contro gli estremisti - che combattono da mesi le forze di Assad ma si scontrano anche con gruppi di opposizione più moderati, come l'Esercito siriano libero -, ma ha ribadito anche ieri che «ogni violazione dello spazio aereo siriano senza coordinamento sarà considerata un atto di aggressione».

L'America però, che soltanto pochi mesi fa, nell'autunno del 2013, stava per bombardare obiettivi del regime di Assad, accusato di usare armi chimiche contro i civili, ha fatto sapere che non intende coordinarsi con Damasco. Tuttavia, fonti siriane hanno riferito che il governo siriano riceverebbe informazioni sui voli di ricognizione attraverso i canali iracheno e russo.

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