Siriano, 38 anni, è anche il portavoce di Daesh. Ha progettato da casa Parigi, Beirut e l'aereo russo

La campagna del terrore è stata lanciata direttamente dai vertici dello Stato islamico. Fonti di intelligence americana ed europea citate dal New York Times rivelano che esiste una costola del Califfato responsabile della pianificazione degli «attacchi esterni». A capo della struttura strategica ci sarebbe Muhammad al-Adnani, il portavoce dello Stato islamico in stretto contatto con il Califfo Abu Bakr al Baghdadi. Quasi sempre i suoi proclami sono solo audio e di lui non esiste una foto o immagine video credibili. Il capo cellula operativo sul terreno era Abdel Hamid Abaaoud, ucciso la scorsa settimana nel blitz dei corpi speciali, dopo la carneficina di Parigi del 13 novembre. L'antiterrorismo francese è convinto che per gli attentati in Francia e Belgio dallo scorso anno in poi la mente sia Salim Benghalem, il reclutatore dei volontari della guerra santa d'Oltralpe, che in Siria ed Iraq sono 1600. Si tratta del numero più alto di foreign fighters giunti da un paese europeo. Non caso Benghalem sarebbe scampato per un soffio ad un bombardamento francese nella notte fra il 5 e 6 ottobre sul suo quartier generale in Siria. Il coordinamento strategico degli attacchi all'estero, però, sarebbe nella mani di Al-Adnani. Siriano di 38 anni avrebbe dato il via libera all'attentato di Beirut del 12 novembre, che ha provocato 41 morti e agli attacchi di Parigi. È sospettato di aver avallato la strage sull'aereo russo decollato da Sharm el Sheikh con una bomba a bordo. La sfida del terrore al mondo è stata pianificata da tempo. Al Adnani è noto per i 42 minuti di messaggio audio pubblicato sui social media nel settembre dello scorso anno dove aizzava i musulmani di qualsiasi nazionalità «ad uccidere gli infedeli in America ed Europa (...) specialmente i malvagi e schifosi francesi, australiani o canadesi in qualsiasi maniera». L'appello era rivolto ai cosiddetti «lupi solitari», che vivono da noi. Sia in Australia che in Canada ci sono stati sequestri di ostaggi e attacchi al parlamento di singoli jihadisti, che hanno provocato pochi morti. Per questo motivo, probabilmente, la tattica è cambiata. Le bandiere nere hanno infiltrato in Europa delle cellule con a capo i loro uomini migliori come Abbaoud, in termini di tributo di sangue il passaggio dai lupi solitari ai veterani della guerra in Siria ha fatto la differenza.Non è un caso che sulla testa di Al Adnani penda una taglia degli americani di 5 milioni di dollari. Il portavoce è nella lista nera targata Cia delle eliminazioni con i bombardamenti mirati. Stessa sorte per il «francese» Benghalem. Della cupola del terrore fa parte, non è chiaro a quale livello, anche Fabien Clein, un convertito della Normandia. Nel febbraio dello scorso anno con la moglie, tre figli ed il fratello pure lui jihadista è partito per la Siria.

Nei primi anni Duemila aveva conosciuto Mohammed Merha, il terrorista che ha ucciso per strada soldati ed ebrei a Tolosa. Assieme frequentavano i sermoni dell'emiro di Artigat, Olivier Corel. Con un messaggio audio in rete Clein ha rivendicato, a nome dello Stato islamico, la carneficina del 13 novembre.

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