Trecentomila euro già spesi, sperimentazione iniziata lo scorso novembre e annuncio della partenza entro l'estate con il nuovo Sistema informatico del Viminale, che dovrebbe tracciare e distribuire i migranti sul territorio nazionale. Oltre a controllare le presenze effettive ed evitare le truffe sui numeri e rispettivi esborsi per migrante (35 euro) da parte dello Stato. Bella idea, ma il mitico Sga (Sistema gestione e accoglienza) non è ancora attivo proprio per l'emergenza sbarchi estiva, perfettamente prevista, che doveva affrontare. E nascerà monco senza il cruciale controllo sui veri numeri dei migranti presenti nei centri e l'erogazione dei contributi per evitare malversazioni già avvenute.
La triste realtà è emersa ieri durante l'audizione davanti alla Commissione d'inchiesta sulla digitalizzazione della Camera di Enza Maria Leone. Il 15 marzo la responsabile del Sistema informatico di gestione dell'accoglienza del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione del ministero dell'Interno, aveva annunciato la partenza del sistema di tracciatura dei migranti entro l'estate. «Tra maggio e giugno di quest'anno: in questa maniera avremo un quadro preciso dei migranti in Italia» aveva dichiarato Leone.
Ieri ha ammesso di aver «fatto una valutazione sbagliata indicando una data di partenza entro l'estate. Mettere in esercizio un sistema del genere in questo momento delicato ha un certo impatto». In pratica il controllo centralizzato dei migranti «in Italia fin dal loro arrivo alla pianificazione dell'accoglienza a livello periferico» rischiava di andare in tilt proprio a causa dell'emergenza sbarchi. «Abbiamo bisogno di caricare e controllare la mole di dati da inserire che sono arrivati dalle prefetture. La verifica ha richiesto più tempo del previsto ed impedito la partenza entro l'estate» ha spiegato l'esperta del Viminale. Davanti alle pressanti domande dei parlamentari Leone ha dichiarato: «Penso che si partirà entro l'anno». I costi, fino ad oggi, indicati dalla dirigente «sono attorno ai 300mila euro», ma è saltato fuori che il sistema, per ora, sarà monco. «All'inizio della procedura - ha spiegato Leone - c'è la raccolta delle impronte digitali e viene assegnato a ogni migrante il Cui, Codice identificativo unico, che inserito nel sistema Sga consente di tracciarlo e identificarlo con precisione». Il secondo passo è «la ripartizione, che avviene prima a livello regionale, poi sono le prefetture ad allocare i migranti nei centri di competenza».
Vincenza Bruno Bossio del Partito democratico e altri parlamentari hanno, però, scoperchiato i limiti del nuovo sistema informatico. Sga registra l'arrivo del migrante allo sbarco e le prefetture confermano l'iniziale presenza nei centri regionali, ma poi il controllo si perde. Bossio ha fatto notare che nel caso del Cara (Centro di accoglienza per i richiedenti asilo) di Crotone travolto da un'inchiesta i numeri dei migranti realmente presenti erano fittizi. Leone ha ammesso che «al momento il livello di controllo dentro i centri non è garantito» dall'innovativo sistema informatico, anche se «lo gestirà in futuro». Questo significa che non inciderà, per ora, sulle truffe dell'accoglienza. Il 15 marzo, quando era stato annunciato che il sistema sarebbe partito entro l'estate, il Viminale parlava di «uno strumento ideato per gestire in maniera sia centralizzata che periferica il problema della pianificazione e dell'allocazione delle risorse».
Ad una domanda specifica, durante l'audizione di ieri, se i contributi concessi per i migranti saranno informatizzati la risposta di Leone non lascia dubbi: Questo è il sistema di controllo delle presenze. Al momento i fondi vengono erogati su segnalazione quotidiana delle prefetture ed in questo momento non è prevista la gestione dei contributi».
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