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Smentite le teorie sui mancati aiuti. "Nessun elicottero la notte di Cutro"

La Guardia costiera nega di aver sorvolato il barcone dei migranti prima del naufragio, come riferito da tre sopravvissuti: "I dati non tornano, i nostri hanno un'autonomia di 2 ore e mezza"

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Di nuovo la Guardia costiera sotto accusa per i mancati soccorsi che avrebbero causato il naufragio di un caicco carico di migranti a Steccato di Cutro. Era l'alba del 26 febbraio, 94 morti e 80 sopravvissuti. Nell'inchiesta della Procura di Crotone, gli avvocati delle famiglie di vittime e superstiti, nell'ambito delle loro indagini difensive, hanno depositato nuove testimonianze acquisite un mese fa da tre naufraghi afghani in due campi di accoglienza della Germania. Tutti e tre raccontano di aver visto un elicottero, «tutto bianco con una coda rossa e insegne rosse», sorvolare il caicco tra le 19 e le 22 del 25 febbraio, cioè nove ore prima dello schianto. E tutti e tre, di fronte a due foto mostrate dai legali, una raffigurante il mezzo della Guardia Costiera e l'altra quello giallo della Guardia di Finanza, hanno indicato con certezza il primo. Il corpo però respinge con forza l'ipotesi e in queste ore fornirà alla Procura di Crotone tutti gli atti relativi agli ordini di volo delle basi aeree del 25 febbraio. Atti che proverebbero che quella sera non c'era alcun mezzo in volo della Guardia costiera.

Sottovoce trapela indignazione per l'ennesima accusa basata su una certezza cromatica tale anche da scartare l'ipotesi che si potesse trattare di un mezzo della guardia greca, dotata di elicotteri bianchi con insegne azzurre. Secondo le testimonianze i naufraghi avrebbero visto il presunto elicottero bianco e rosso per pochi secondi, quelli concessi dagli scafisti per salire in coperta. Il mezzo avrebbe sorvolato l'imbarcazione due volte, alle 19 circa e poi alle 22, 22.30. Un orario stimato, ma comunque dopo il tramonto, quel giorno alle 17.30. Le condizioni di luce permettevano di distinguere con nitidezza colori e livree? Fonti qualificate della Guardia costiera col Giornale cercano di aggiungere qualche elemento alla delicata ricostruzione. Un elicottero del corpo ha un'autonomia di due ore e mezza, non sufficiente per coprire l'arco di tempo che va dal primo avvistamento riferito dai migranti alle 19, al secondo collocato tre ore e mezza dopo. Sarebbe stato necessario un aereo. Ma i migranti si sono detti sicuri che fosse elicottero, per la familiarità con questi mezzi nel contesto afghano.

Il presunto sorvolo si colloca quattro ore prima della segnalazione di Frontex all'International coordination center e al centro di coordinamento della Guardia costiera. Segnalazione che ha attivato un'operazione di law enforcement contro l'immigrazione illegale e non di soccorso, il Search and rescue. É il nodo su cui ruota l'inchiesta. Frontex si era limitata a segnalare l'imbarcazione in navigazione regolare, con una buona linea di galleggiamento, una sola persona in coperta, e la possibile presenza di persone sottocoperta rilevata dalle telecamere termiche. Insomma, un evidente caso di immigrazione clandestina. Ma non è stato lanciato un mayday. Se davvero un elicottero della guardia costiera italiana, greca o maltese avesse sorvolato il caicco quattro ore prima di Frontex, avrebbe valutato condizioni di pericolo diverse e avrebbe agito in altro modo? Domande senza risposta.

Ieri è intervenuto anche il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini: «Un'assurda campagna di fango e menzogne.

Insinuare che qualcuno non sia intervenuto di proposito, pur capendo il potenziale pericolo, è un insulto non solo alla Guardia costiera ma all'Italia intera».

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