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"Sono a rischio scalata". Ecco le società protette dallo scudo del governo

Da Eni a banche e alimentari, la mossa dell'esecutivo dopo l'appello del Copasir

"Sono a rischio scalata". Ecco le società protette dallo scudo del governo

La pandemia cambia le priorità e se dagli anni Novanta in poi, da quando cioè l'Italia iniziò a privatizzare, erano considerati settori strategici praticamente solo i giganti della difesa, dell'energia, oggi siamo costretti a includere la salute, l'agroalimentare. E a guardare alle piccole e medie imprese. Poi alla finanza e al risparmio. Banche e assicurazioni, rese fragili dal crollo dei mercati finanziari anche se solide.

È così che nel secondo decreto del governo per l'emergenza coronavirus, quello destinato alle imprese, è arrivata l'atteso rafforzamento del golden power.

Termine mutuato dal Regno unito, adottato da una legge (il decreto legge 21 del 2012). Prevede che lo Stato possa mettere in sicurezza una società che opera in settori strategici, blindando gli assetti proprietari.

Fino a ieri sera nelle bozze del decreto liquidità lo «slot» che doveva contenere le norme salva imprese italiane erano vuote. Ma l'impianto è quello delle anticipazioni.

C'è ad esempio l'estensione della protezione anche da tentativi di scalata di capitali che vengono da Paesi del'Unione europea. Aspetto che potrebbe creare qualche problema, visto che la legge in vigore ebbe un accoglienza fredda a Bruxelles.

Poi c'è l'inclusione nei settori da proteggere di banche e finanza. Un passo verso il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) presieduto da Raffaele Volpi, che già da qualche settimana ha lanciato l'allarme sul rischio scalata alle società italiane, indebolite dallo stop imposto dalla pandemia. «Ci hanno ascoltato», ha commentato il componente del comitato Adolfo Urso

L'ombrello deve proteggere i giganti della settore bancario oggi solidi, ma la cui capitalizzazione soffre a causa della crisi, oppure gruppi leader, da Generali a Unicredit fino a Mediobanca, che secondo indiscrezioni ricorrenti sono a rischio scalata da parte di capitali stranieri, in particolare francesi.

Da tutelare anche il settore delle infrastrutture, tanto che ieri in difesa della golden power rafforzata si è fatta sentire il ministro alle Infrastrutture Paola de Micheli. Facile immaginare l'interesse a tutelare anche Atlantia, altra società nel mirino di investiori stranieri.

«Un vaccino contro il virus le scalate ostili», ha annunciato giorni fa il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, registra dell'operazione.

Sono incluse le società di telecomunicazioni, da proteggere in questo caso da eventuali appetiti della Cina. L'emergenza virus ha portato alla ribalta il settore biomedicale e farmaceutico. L'assenza di produzioni italiane di mascherine ha creato problemi, così come l'acquisto all'estero dei test per il Covid-19.

La vera novità è però, sempre secondo le indiscrezioni della vigilia è l'inclusione di piccole imprese, anche non quotate. Ci sono sicuramente quelle mini ma dall'alto contenuto tecnologico, ma fa la sua comparsa anche l'agroalimentare. Un settore che ha perso tre grandi gruppi su quattro, denuncia Coldiretti.

Uno scudo per proteggere marchi storici e produzioni doc che non dispiace a nessuno. «Questa ministra non sarà contraria a nessuno strumento che possa mettere in sicurezza le nostre eccellenze agroindustriali», ha commentato la responsabile dell'Agricoltura Teresa Bellanova.

Il rischio di perdere completamente il controllo sulla filiera agricola e alimentare spaventa gli italiani che si sono mostrati sensibile a un tema tecnico come il golden power.

L'81% è a favore del colden power agricolo, secondo un analisi Coldiretti Ixè.

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