Cosa fanno i cani liberi, o randagi o quelli di proprietà nelle lunghe notti in cui vagano per le strade, per i campi o sorvegliano i cortili delle abitazioni? Abbaiano a un'ombra di passo, a un animale selvatico che incontrano sul loro cammino o semplicemente, nell'atavico ricordo del loro antenato, alzano un ululato verso la luna piena. Questo faceva Leo, nelle notti di Favignana, dove era diventato famoso, un paio di mesi fa, perché si era recato spontaneamente in chiesa, dove un sacerdote saggio e sensibile, gli aveva permesso quello che storicamente ai cani è vietato. Stare accanto ai loro padroni, mentre pregano. Ciò che ha reso famoso Leo però è il fatto di avere seguito il suo padrone defunto dentro la chiesa, accovacciato davanti alla bara, sotto l'altare, per poi seguire la cerimonia funebre fino al cimitero dove aveva dato un'ultima leccata alla foto sulla lapide di chi aveva con lui condiviso gran parte della sua vita.Leo, un meticcio nero di sette anni e di media taglia, era solo, come era solo quel suo padrone di cui ora piangeva la scomparsa. Si erano trovati entrambi, nelle strade solitarie di Favignana, dove un destino finalmente magnanimo li aveva fatti incontrare, vedovo e senza amici l'uno, solo e randagio l'altro. E assieme si erano messi a vivere, giorno e notte, percorrendo la stessa strada, dividendo il cibo e dormendo nello stesso letto. Una vita randagia ma felice, come capita quando le anime del cane e dell'uomo si compenetrano e nutrono di un affetto che non ha confini se non quelli della morte o della separazione definitiva.E la morte del padrone aveva gettato Leo nell'angoscia. Si era messo a girovagare per le strade di Favignana disperato, preda di un dolore incurabile, dovuto all'assenza definitiva di quell'uomo col quale aveva condiviso la sorte. Piangeva Leo, è vero, si lamentava, nella sua profonda tristezza, consolato a malapena dalle figlie del suo padrone, che gli consentivano di entrare nella vecchia casa a sentire i suoi odori. Smagrito e spelacchiato, con questo suo lamentarsi giudicato troppo insistente, Leo ha dato fastidio a qualcuno che non ha avuto nessuna remora a imbracciare il fucile e a sparargli tre colpi.Raccolto dai volontari della Saie, Leo è stato trasportato in aliscafo a Trapani, poi in una clinica veterinaria di Marsala, dove tutto lo staff si è messo a sua disposizione con perizia, riuscendo a estrarre un proiettile dall'addome e lasciando gli altri due in posizioni troppo delicate per operare.
«Inaudita ferocia», ha tuonato il sindaco Giuseppe Pagato che ha voluto pagare le spese mediche di tasca sua. Ora, grazie a quel proiettile, le indagini sono in corso, ma quel che più rassicura è che Leo sta migliorando e fioccano numerose le richieste di adozione di questo piccolo eroe.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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