Speranza ora cambia strategia: la mossa per limitare le Regioni

Il ministro alla salute è stato riconfermato ma qualcosa cambierà, per le Regioni e per gli over 55

Speranza ora cambia strategia: la mossa per limitare le Regioni

Forse rinvigorito dalla sua riconferma al ministero della Salute, Roberto Speranza è pronto a partire in quarta e a mettere mano a diversi cambiamenti alla strategia adottata finora. Che si sia finalmente accorto che qualcosa magari non è proprio andato nei migliori dei modi? In effetti, la decisione di rivoluzionare la strategia non sarebbe proprio un’idea di Speranza, quanto di Draghi che più volte ha tenuto a sottolineare che adesso il piano vaccinale deve essere velocizzato.

Il cambio di strategia

I punti principali da rivedere sarebbero la digitalizzazione, il call-center nazionale, il potenziamento del personale, l’innalzamento a 65 anni dell'età limite per utilizzare il vaccino di AstraZeneca, l’accelerazione sui vaccini agli insegnanti, dato che la scuola è considerata una priorità. Riuscire a prendere un buon passo vuol dire da una parte abbassare il numero dei decessi per Covid e dall’altra avere anche una ripartenza dell’economia e di tutte le attività fino a questo momento messe in ginocchio. Cambio di strategia quindi ma riconferma del ministro Speranza che forse, almeno qualcosa degli errori commessi lo ha capito.

Come riporta Il Messaggero, negli scorso giorni Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute, ha paragonato quello fatto fino a questo momento come una partita amatoriale, ma che adesso “dobbiamo alzare il livello alla Champions League”. E per riuscirci, secondo Ricciardi è necessario trovare qualcuno che si occupi a tempo pieno dell’organizzazione, ovvero una autorità del vaccino.

Se la sua proposta dovesse venire accolta da Draghi, il ruolo del commissario straordinario Domenico Arcuri verrebbe ridimensionato non poco. E già questo, considerando i tanti errori fatti, non sarebbe certo un male.

AstraZeneca under 65

La regia sarà certamente nazionale. Un modo per limitare probabilmente il potere decisionale delle Regioni, potere che Speranza non sembra aver mai gradito molto, anche se spesso vi è ricorso per evitare di dover prendere decisioni in prima persona. Per riuscire a vaccinare in tempi brevi tutto il personale scolastico deve essere rivisto anche l’utilizzo del vaccino AstraZeneca. Adesso in Italia il limite di utilizzo è 55 anni, a differenza di altri Paesi come la Germania e la Francia, portato a 65 anni, e l’ok dell’Oms a usarlo anche per persone più anziane. Mantenendo questo limite di 55 però è difficile riuscire a vaccinare velocemente tutti i docenti italiani. Gianni Rezza, dirigente del settore Prevenzione del ministero della Salute, ha reso noto che vi sarà a breve un tavolo tecnico proprio per discutere questo tema. Qualora il limite venisse alzato ai 65 anni, la vaccinazione di massa nelle strutture scolastiche, alunni esclusi, sarà sicuramente più facile e veloce. Questo mese dovrebbero già arrivare 1,2 milioni di dosi, e nel secondo trimestre se ne aspettano più di 20. L’importante è, come ben sa Mario Draghi, che ci siano i vaccini. Israele sembra sicuro di riuscire a raggiungere l’immunità di gregge entro marzo.

Per l’Italia, se va bene, si parla di fine anno. Qualcosa va fatto, anche velocemente.

Speranza vuole limitare le Regioni?

Non sembra che Draghi sia dell’idea di acquistare i vaccini fuori dall’Europa, come l’Ungheria, né di seguire Emilia-Romagna, Veneto e Friuli che cercano di comprare dosi in modo autonomo. Il presidente conosce bene l’Europa e cercherà di fare pressione affinché finalmente il meccanismo parta. Bruxelles starebbe per annunciare delle belle sorprese in fatto di disponibilità di dosi di vaccino. In che modo: portare le aziende farmaceutiche ad aumentare la produzione, e sfruttando l’arrivo del nuovo vaccino Johnson&Johnson previsto per la metà di marzo. Secondo alcuni esperti il problema poi non saranno più le dosi, ma la riorganizzazione della strategia per somministrarle alla popolazione.

Una regia a livello nazionale per evitare che le Regioni si muovano in modo autonomo, ma seguano invece lo stesso iter. Che Speranza stia cercando davvero di limitare il potere decisionale delle Regioni accentrando tutto?

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