"Lo spoglio posticipato rivela l'istinto parassitario"

L'intervista a Buttafuoco

"Lo spoglio posticipato rivela l'istinto parassitario"

Roma - Pietrangelo Buttafuoco, la tua Sicilia chiamata a votare per il cambiamento non parte proprio bene, questo spoglio dei voti con rinvio al giorno dopo è ridicolo.

«Si sapeva che sarebbe stata questa la procedura, ma di certo rivela un istinto di cautela parassitaria. Qui è pur sempre opportuno allungare il brodo per consentirsi un surplus di straordinari. L'idea di far riposare le schede, è assurda. In attesa di che? Di fare le macumbe? C'è pure una responsabilità del Viminale, forse almeno un'alzata di ciglio si poteva fare per sconsigliare questo rinvio».

Invece il Viminale si è occupato solo di possibili brogli.

«Bisognava stare attenti prima. Già nella presentazione delle liste, che sono disseminate di candidature con appellativi, pseudonimi, soprannomi. Serve a controllare i voti. Se uno si presenta come Giuseppino, Pino ma anche Peppino, poi può dividere le preferenze e controllare quanti hanno votato con l'uno o l'altro soprannome. Stratagemmi, creati nel culto dell'inganno. In questa campagna si sono sbizzarriti».

Si parla di voto a valenza nazionale. Ma l'affluenza è scarsina. L'isola perde la chance di essere protagonista per un giorno?

«Questo no, perché anche l'astensione è una scelta politica ben precisa».

Mi sembri scettico sulla possibilità che cambi davvero qualcosa col voto.

«Sono solo ludi cartacei. Si sa benissimo che chiunque governi non potrà incidere a fronte di un deficit infrastrutturale da 50 miliardi, 190 comuni in dissesto finanziario, in una terra dove c'è il più alto tasso di disoccupazione, specie tra le donne e una quantità di Neet, i ragazzi che non studiano e non cercano più lavoro. E Giuseppe Pizzino, imprenditore e saggista, ha calcolato in 200mila le famiglie siciliane in stato di povertà assoluta».

Sei «in tour» nell'isola col tuo nuovo libro «Strabuttanissima Sicilia». Che umori hai respirato?

«In parallelo alla campagna elettorale io faccio una campagna lettorale, con le librerie al posto dei seggi.

Non faccio altro che recuperare preoccupanti dati di realtà, tutti rimasti fuori dalla campagna elettorale. Che, come diceva Arturo Michelini, è il momento che mobilita gli idealisti, nel senso di coloro che hanno solo l'idea della lista».

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