"Spray per collane e cocaina" Due gruppi, la stessa tecnica

La banda degli arrestati divisa in «squadre» da tre Il settimo morto componente in un incidente stradale

"Spray per collane e cocaina" Due gruppi,  la stessa tecnica

D a una parte 17 indagati, che avrebbero chiuso gli occhi davanti alle carenze strutturali e del sistema di sicurezza della Lanterna Azzurra Clubbing di Corinaldo. Dall'altra i sei arrestati, baby rapinatori senza scrupoli, che dovranno rispondere della morte di 5 adolescenti tra i 14 e i 16 anni e di quella di una mamma, che accompagnava la figlia al dj set di Sfera Ebbasta, oltre che di lesioni nei riguardi di 197 persone. Eppoi un ricettatore, che rivendeva collanine e monili, che i balordi depredavano nelle discoteche, spruzzando lo spray al peperoncino come diversivo. Era il «giochetto» più divertente del mondo e hanno continuato, anche dopo quella tragica notte.

«Porto il gas dentro, ti giuro faccio spruzzare tutti, li faccio sparire» dice Raffale Mormone, uno degli arrestati, mentre si trova in auto con Ugo Di Puorto ed Eros Amoruso, un giovane che nel corso delle indagini è morto in un incidente stradale. È il 2 marzo e stanno andando a Studio 16 di Arquà Polesine. «Ormai va di nuovo di moda il gas... Già l'hanno dimenticato», aggiunge in chiaro riferimento a Corinaldo.

L'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip di Ancona Carlo Cimini 39 anni, ricorda che lo spray al peperoncino a base di capsaicina e diidrocapsaicina nella notte a cavallo tra il 7 e l'8 dicembre lo avevano spruzzato prima sul volto di Alessandro C., per rubargli la collana. Poi per «farsene» altre cinque, mentre 680 perone attendevano il trapper che doveva arrivare alle 22, ma fino a mezzanotte era a Rimini per un evento analogo. A mezzanotte e 45 minuti mentre veniva annunciato il suo arrivo e partivano i fumi coreografici, i 7 balordi hanno usato quella bomboletta. Chi ballava sulla pista, accusando bruciore a gola e occhi, è fuggito verso l'uscita di sicurezza 3, seguito da quanti erano sulle balconate e vicino al palco. A mezzanotte e 51 minuti, come mostrano i video, il locale era vuoto. Ma a terra c'erano sei vittime, uccise dalla sindrome di asfissia provocata dalle persone accalcate una sull'altra, dopo il cedimento della balaustra della rampa posta dopo l'uscita di sicurezza, che alle a mezzanotte e 49 ha ceduto sotto quell'enorme peso. E mentre Giacomo T. aiutava la gente a liberarsi, uno della banda ne approfittava per strappargli la collana dal collo.

La bomboletta da 15 ml marca Diva di colore rosa, è stata ritrovata sul pavimento della pista da ballo, in prossimità dell'uscita di sicurezza dal vocalist della Lanterna Azzurra, che insieme a un'amica l'ha consegnata alle autorità. La traccia di sudore sul pulsante, messa a confronto con il Dna di Di Puorto, già noto alle forze dell'ordine, non ha lasciato dubbi, inchiodandolo alle sue responsabilità. Poi le celle telefoniche, incrociate con i cellulari dei sospettati e le intercettazioni ambientali, hanno fatto il resto confermando la presenza sei sette a Corinaldo.

I gruppi erano generalmente due. Quello formato da Di Puorto, Mormone, Badr Amouiyah e Amoruso e quello con Moez Akari, Andrea Cavallari e Sohuibab Haddada. Ma i membri erano interscanbili in base ad accordi e disponibilità, poi Andrea Belugari riciclava la refurtiva. La costante, invece, era sempre la stessa: lo spray. Akari era «il maestro del gas», Cavallari «uno che lo spray lo tiene sempre, gli piace, deve spruzzare sempre» e Haddada quello che «usa lo spray dei cani». Dopo Corinaldo non è cambiato.

«È stato solo un caso, è stata la prima volta al mondo che è successa una così», dice Mormone a Di Puorto, che è preoccupato. «Spruzzo io - aggiunge - tu lo rimetti in tasca dopo che ho spruzzato voglio vedere chi lo trova, voglio vedere se prendono le impronte dell'aria».

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