La strana amicizia tra Marra e Travaglio che fa scoppiare la guerra al "Fatto"

Il direttore lo ha difeso. E spunta una telefonata col giornalista "Marco"

La strana amicizia tra Marra e Travaglio che fa scoppiare la guerra al "Fatto"

Che rapporto c'è tra il direttore del Fatto Marco Travaglio e Raffaele Marra, il braccio destro della sindaca Raggi arrestato per corruzione? A porre la domanda è stato per primo il sito Fanpage, alla luce delle intercettazioni dell'inchiesta romana. Mentre infatti Marra veniva promosso ai massimi livelli dell'amministrazione dalla Raggi, i giornali iniziavano ad attaccarlo, tutti tranne uno: il Fatto. Più precisamente Travaglio, che anzi si è speso per difendere Marra. Ed è proprio il dirigente ora agli arresti, in una telefonata con Salvatore Romeo, capo segreteria della Raggi, a concordare con l'interlocutore sul fatto che «stanno facendo un buon lavoro», cioè che il quotidiano (da sempre vicino al M5s) è l'unico a difendere la Raggi e il suo entourage sotto attacco dei media. Una preoccupazione costante di Marra, che si adopera anche per ottenere un trattamento benevolo dal Messaggero, provando ad intervenire sulla proprietà tramite Scarpellini. Tentativo non andato a fine.

Può però contare su una firma di prestigio come Travaglio, che in effetti fin da subito sguaina la penna per difendere Marra: «La Raggi lo stima perché conosce la macchina - scrive in un editoriale del 3 settembre -, non risulta aver rubato, anzi ha denunciato in procura vari scandali. Per quali motivi non può fare il vice-capogabinetto? Mistero». Ancora in cinque successivi editoriali Travaglio ironizza su chi dipinge Marra «come «l'uomo nero», «il mostro di Loch Ness, mentre è un fior di lavoratore che «denunciava un sacco di porcherie». Il 5 novembre è lo stesso Marra ad autodifendersi, intervistato proprio dal Fatto, accreditando la sua linea: «Attaccano me per colpire la Raggi». Tre giorni dopo la Procura registra una telefonata tra Marra e un giornalista di nome «Marco» (cognome omesso). Si parla proprio dell'intervista al Fatto, in cui Marra raccontava di aver chiesto al monsignor Giovanni D'Ercole di dargli una mano per entrare nei servizi segreti. Il giornalista «Marco» gli riferisce di essere stato chiamato da monsignore: «Mi ha chiamato quattro volte, penso per parlare di te» dice a Marra. Che si raccomanda per l'incontro, mentre il giornalista rassicura che al vescovo dirà che «lui (Marra, ndr) è bravo» e che «l'attaccano solo per attaccare Raggi». Chi è questo giornalista «Marco»? domanda Fanpage. Il Fatto spiega che il Marco citato «ovviamente non è Travaglio». Va anche aggiunto che nei verbali i carabinieri riportano che «Marra dice che non può chiamare Travaglio».

E dunque? «Il fustigatore dei costumi Travaglio è stato sponsor di Marra. Parliamone» attacca il senatore Pd Stefano Esposito, ex assessore a Roma con Marino. La benevolenza di Travaglio verso la banda Raggi spacca la stessa redazione.

Con Gomez, direttore del sito, che chiede di «staccare la spina» alla Raggi, e l'ex direttore Padellaro che rimprovera al M5s di non aver riconosciuto il «virus Marra» (e il collega Marco?). Tra gli azionisti, poi, c'è Michele Santoro, neo-renziano («Il mio amico Travaglio considera Marra un tecnico indipendente. Non mi pare la definizione più calzante»). Più correnti al Fatto che nel M5s.

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