Strasburgo, il caso Berlusconi verso la sentenza definitiva

Segnale positivo: sulla Severino decide la Grande Camera Il verdetto è inappellabile e arriverà tra luglio e settembre

Strasburgo, il caso Berlusconi verso la sentenza  definitiva

Segnali positivi da Strasburgo. La Corte europea dei diritti dell'uomo, che dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato da Berlusconi sull'ammissibilità della Severino che lo ha portato alla decadenza dalla carica di senatore, ha deciso che a decidere sarà la Grande Camera. Quest'ultima è formata dal presidente della Corte, dai vicepresidenti e da altri quattordici giudici per un totale di diciassette membri ed esamina i casi particolarmente complessi. Nell'entourage di Berlusconi si valuta positivamente questa decisione. Convinti che gli eurogiudici non potranno che dare ragione all'ex premier, si sottolinea che il verdetto della Grande Camera non è impugnabile. Viceversa, se la Corte avesse deciso di dare prima la parola a una delle cinque sezioni, il verdetto di quest'ultima avrebbe potuto essere impugnato da una delle parti in causa. In sostanza, se la sezione avesse dato ragione al Cavaliere, il governo italiano, trascorsi tre mesi di tempo, avrebbe potuto appellarsi alla Grande Camera. Così, invece, si va subito diretti al giudizio supremo che metterà la parola fine alla vicenda.

I tempi: non c'è nulla di certo ma è possibile che gli eurogiudici possano esprimersi in luglio o al massimo i primi di settembre. E, siccome i legali dell'ex premier sono convinti che la Corte europea farà giustizia, Berlusconi vede all'orizzonte la sua ricandidabilità. E il partito esulta: «Dopo tre anni di attesa, ci siamo! Ora il ricorso di Berlusconi alla Corte europea dei diritti umani entra nel suo rush finale», dice subito il senatore azzurro Francesco Giro. Il Cavaliere è speranzoso che il verdetto riconosca il torto subito e che quindi lo riabiliti in pieno ma aggiunge anche che dalla sentenza dipende non solo il giudizio sulla storia italiana degli ultimi anni, ma anche il futuro della democrazia in un Paese importante come l'Italia.

E proprio le sorti del nostro Paese stanno particolarmente a cuore a Berlusconi, sempre convinto che una sua ridiscesa in campo possa costituire un argine ai populismi e all'incubo grillino. A questo proposito l'ex premier lavora al suo «Albero delle libertà» e pianifica la riscossa di Forza Italia. Per la controffensiva, uno degli aspetti cardine è quello della valorizzazione dei tanti bravi amministratori azzurri: sindaci ma anche consiglieri regionali e comunali che quotidianamente lavorano sul territorio. A questo proposito dovrebbe essere confermata la sua presenza sabato a Pietrasanta, provincia di Lucca, alla manifestazione «Ripartiamo Italia». La kermesse toscana, bis di un evento già avvenuto in Calabria, a Cosenza, qualche settimana fa, raduna dozzine di sindaci di Forza Italia che parleranno del tema «Troppe tasse per imprese e famiglie. Abbassarle si può». Padrone di casa sarà il sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni a cui Berlusconi è particolarmente affezionato. Il primo cittadino di quella terra rossissima, infatti, rappresenta un raccapricciante caso di malagiustizia.

Mallegni anni fa fu preso di mira da un pm: un anno e mezzo agli arresti per poi essere assolto da tutte le accuse. Il magistrato, Domenico Manzione, ora è in politica: renzianissimo, è sottosegretario al ministero degli Interni.

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