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Studentessa stuprata, caccia a due nigeriani

La quindicenne è stata ricoverata in ospedale. Uno degli stranieri avrebbe i capelli rasta

Studentessa stuprata, caccia a due nigeriani

Tornava da scuola in bicicletta, come ogni giorno. Ma lunedì alle 14.45 è stata violentata da due uomini di colore.

Un incubo, quello vissuto da una ragazzina di quindici anni, che è stata stuprata a Bolzano lungo la passeggiata del fiume Isarco, nei pressi dello stadio Druso. La giovane è stata bloccata, spinta tra i cespugli e aggredita sotto la ciclabile, poco distante dalla questura.

Da quanto riferito dalla vittima uno dei due stranieri, con i capelli rasta, l'avrebbe colpita al volto e l'altro l'avrebbe trascinata verso la sponda del fiume e qui avrebbero abusato di lei.

Poi la ragazzina sarebbe stata soccorsa da alcuni passanti, richiamati dalle sue grida, che avrebbero dato l'allarme alla polizia e al 118. Accompagnata in ospedale è stata ricoverata ed è in stato di choc. Sull'episodio gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo perché, come ha sottolineato il procuratore capo della Procura di Bolzano, Giancarlo Bramante, non intendono mettere a disposizione notizie non corrette che poi possano influenzare «teste e testi, compresa la stessa vittima. Inizialmente, infatti, era uscita la notizia che a compiere lo stupro fossero stati due nigeriani. Ma in realtà la studentessa ha parlato solamente di persone di colore. Ieri sono stati controllati una decina di stranieri e due giovani erano stati fermati e portati in Questura a Bolzano, ma successivamente erano stati rilasciati perché su di loro non c'erano riscontri.

E sono scattati controlli straordinari in tutto il territorio per rintracciare i due, verosimilmente extracomunitari. A setaccio, con l'impiego di unità di rinforzo messe in campo dal Viminale tutte le strade della città. «I controlli proseguiranno nelle zone cittadine più critiche con l'impiego di unità di rinforzo agli organi di polizia territoriali», ha confermato il Commissario del governo di Bolzano, Vito Cusumano.

Sul fronte delle indagini per ora gli agenti avrebbero isolato il dna dei due che sono ora ricercati. Il fascicolo dell'inchiesta al momento è a carico di ignoti. In mano alla polizia ci sono però le immagini delle telecamere presenti in zona, anche se nel punto in cui è avvenuta la violenza, nei pressi del ponte giallo, non esiste un sistema di videosorveglianza. Utili a identificare le due belve potrebbero essere i vestiti della quindicenne, che sono stati inviati alla polizia scientifica di Padova, ma bisognerà attendere qualche giorno per i risultati.

La vittima, invece, verrà risentita quando starà meglio. L'uomo e la donna che hanno aiutato la ragazzina sono stati ascoltati, ma non sono testimoni oculari della vicenda. «Ma se ce ne fossero chiediamo di farsi avanti» è l'appello lanciato dagli inquirenti.

Non è la prima volta che a Bolzano accadono episodi di aggressioni sulle passeggiate. Alcuni mesi fa una donna che stava andando a lavoro è stata aggredita e gettata a terra dalla bicicletta da un africano. Due anni fa un'altra e una ragazza nella zona di ponte Roma, quindi non distante dal luogo dove è avvenuto la violenza di lunedì, sono state violentate da un minorenne originario della Nigeria arrestato pochi giorni dopo.

Oggi alle 17 sindacati e movimento politici hanno indetto un

presidio contro la violenza sulle donne nel luogo dove lunedì la quindicenne è stata stuprata. E nel weekend la Lega riproporrà i gazebo in mille piazze italiane per superare le 100mila firme a favore della castrazione chimica.

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